Meloni ha aperto il suo intervento portando un esempio concreto di questa nuova diplomazia, che l’Italia sta già costruendo. «Sono estremamente lieta di annunciare qui la firma di un accordo per dare il via a un progetto ambizioso tra le due sponde dell’Adriatico. Con Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Zayed e il primo ministro Edi Rama, oggi assisteremo alla firma di un impegno di estrema importanza per realizzare una nuova interconnessione energetica, volta a produrre energia verde in Albania e a esportarne una parte in Italia, grazie a un cavo sottomarino attraverso il Mar Adriatico», ha riferito la premier italiana, sottolineando che «crediamo fermamente in questo progetto che coinvolge i nostri tre governi, oltre ai nostri settori privati e agli operatori delle reti».
La presidente del Consiglio si è detta «molto orgogliosa di questa iniziativa», del valore di circa un miliardo di euro, perché, ha spiegato, «dimostra concretamente come possano essere costruite nuove forme di cooperazione anche tra partner apparentemente distanti, almeno da un punto di vista geografico. Partner che, tuttavia, sanno guardare alla scacchiera nel suo insieme e non solo al quadrante che sembra riguardarli più da vicino».
Meloni con bin Zayed ha avuto un primo incontro subito dopo il suo intervento, che anticipa il bilaterale fissato per il pomeriggio. Con Rama, poi, prima che il summit iniziasse, c’è stato anche un siparietto di carattere personale: il premier albanese si è inginocchiato e le ha fatto gli auguri per il suo 48esimo compleanno, offrendole in dono un foulard realizzato da un imprenditore italiano trasferitosi in Albania e diventato cittadino albanese.
Nel suo intervento Meloni ha posto l’accento sul fatto che «non riusciremo a triplicare la capacità di generazione di energia rinnovabile entro il 2030, né a raddoppiare il tasso di efficienza energetica, se continuiamo a inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica o a mettere da parte, per ragioni ideologiche, soluzioni che invece potrebbero aiutare a costruire un’alternativa sostenibile ai combustibili fossili». «Dobbiamo essere pragmatici, semplicemente perché la realtà lo impone», ha avvertito, sottolineando che «il futuro della transizione energetica e della digitalizzazione dipenderò dalla nostra capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità e innovazione».
Bisogna puntare su «un mix energetico equilibrato, basato sulle tecnologie attualmente disponibili, su quelle in fase di sperimentazione e su quelle che devono ancora essere identificate». «Non mi riferisco solo alle energie rinnovabili, ma anche al gas, ai biocarburanti, all’idrogeno verde e alla cattura della CO₂, senza dimenticare la fusione nucleare, che potrebbe potenzialmente produrre energia pulita, sicura e illimitata, trasformando l’energia da arma geopolitica in una risorsa ampiamente accessibile, cambiando di fatto il corso della storia».
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