Anche la senatrice di Scelta Civica Stefania Giannini, ex rettore dell’Università degli Stranieri di Perugia ed ex professore ordinario di Linguistica e Glottologia, interviene sulla querelle che ha coinvolto il vice presidente dei senatori della Lega Nord ed il Ministro dell’integrazione Kyenge. Una analisi condivisibile. “I fatti di questi giorni sono innanzitutto fatti di parole, parole di pietra come quelle pronunciate dal Vice Presidente del Senato Calderoli nei confronti del Ministro per l’Integrazione Kyenge, parole male usate o peggio indirizzate, e quindi fatti di coscienza, di etica e di civiltà. La politica è, o dovrebbe essere, la sintesi di queste tre dimensioni. La politica si avvale del discorso come suo principale strumento di azione. Ciò che conta è l’osservanza delle regole di adeguatezza e di rispetto verso l’interlocutore e la sua sensibilità, verso il contesto e, soprattutto, verso la funzione stessa del discorso politico che è, sempre e comunque, una funzione pubblica condivisa dalla comunità e doverosamente sottoposta al suo diretto controllo ed esercitata nel suo interesse. La buona politica deve trasmettere un sistema di valori e i buoni politici, coerentemente, hanno il dovere di conoscere, osservare e praticare le regole di base della convivenza civile, in cui c’è e deve esserci rispetto per le minoranze e per ogni tipo di diversità e un investimento duraturo nell’educazione delle nuove generazioni a queste stesse regole. Si è persa la conoscenza più elementare della grammatica e della pragmatica della comunicazione etica, che non può in alcun modo restare separata dalla comunicazione politica. E’ la dignità che manca. Sarà buona e nuova quella politica che avrà la forza di riaffermare la dignità della politica, nelle parole e nei fatti“.
