Riportano i nomi dei sacerdoti italiani, che hanno vissuto e operato nel monastero salesiano di Beit Gemal, le croci di legno e pietra divelte dalle tombe del cimitero che si trova a 500 metri dal monastero, a Beit Shemesh, vicino Gerusalemme. L’episodio denunciato ieri dal consigliere dell’Assemblea dei vescovi di Terra Santa, Wadie Abu Nassar, è avvenuto a metà dicembre. L’atto vandalico potrebbe essere l’ultimo di una serie di atti intimidatori a danno di monasteri cristiani, iniziata nel 2012 e imputabile a gruppi oltranzisti vicini al movimento dei coloni. Già in passato il monastero è stato oggetto di altri attentati. Nel 1981 sempre ai danni del cimitero, e nel 2014 quando sull’edificio comparvero delle scritte anticristiane. Entrambi i fatti sono rimasti impuniti e per questo ora il Patriarcato latino chiede alla polizia e alle autorità il massimo impegno per individuare i responsabili.
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