Germania, Merkel non si ricandida cancelliera

Angela Merkel ha annunciato l’uscita dal Bundestag dopo la fine della legislatura in corso. ‘E’ il mio ultimo mandato da cancelliera, lascio anche presidenza Cdu. Non voglio più incarichi politici’.

I risultati nelle elezioni sono oltremodo amari e deludenti sia in Assia che nel Bund. È deplorevole, perché il governo nero verde ha portato un bilancio convincente, ha spiegato Merkel parlando a Berlino dopo la doppia sconfitta elettorale in Assia e in Baviera

Come cancelliera ho la responsabilità di tutto, per quello che riesce e per quello che non riesce. E’ giunto il momento di aprire un nuovo capitolo: non mi ricandiderò come presidente della Cdu, questo quarto mandato è l’ultimo come cancelliera, non mi ricandiderò al Bundestag nel 2021 e non voglio altri incarichi politici, non sono nata cancelliera.

‘È chiaro che così non si può andare avanti. L’immagine del governo è inaccettabile. E questo ha ragioni più profonde che ragioni di comunicazioni’, ha affermato rimandando a un problema di ‘cultura del lavoro’.

E’ stata una nuova batosta per la Cdu della cancelliera tedesca e per la Spd, sua alleata nel governo nazionale. Dopo la Baviera, è l’Assia a rivelarsi impietosa per la coalizione di governo (GroKo) e a confermare il momento esaltante dei Verdi  in un voto che premia anche il partito di ultradestra AfD, che balza al 13%. Oggi la Merkel tirerà le somme dei contraccolpi del voto, con lo spettro di un voto anticipato se dovesse saltare l’asse Cdu-Spd, ma il presidente uscente e suo fedelissimo, Volker Bouffier, resterà in sella e chiude a eventuali coalizioni senza la Cdu.

L’Unione cristiano democratica (Cdu) incassa la peggiore sconfitta dal 1966 fermandosi al 27,3% e perdendo 11 punti rispetto alle elezioni di cinque anni fa, secondo i primi dati diffusi dalla Zdf, seconda emittente televisiva pubblica del Paese. I socialdemocratici (Spd) calano invece al 19,1%, ossia 11,1% in meno rispetto al 2013, peggior risultato in Assia dal 1946. La leader Spd, Andrea Nahles, ha ammesso che la sconfitta è dovuta alla situazione interna al partito, ma anche attribuito una considerevole responsabilità al lavoro della coalizione di governo nazionale: non cita Horst Seehofer ma è chiaro il riferimento al ministro dell’Interno che ha già fatto traballare il governo due volte. Gli exit poll confermano anche la grande ascesa dei Verdi (Grune), che in questo Land governano con la Cdu e che hanno ottenuto il 19,6%, che significa +8,5% rispetto alle ultime elezioni. ‘L’Assia non è mai stata così verde, siamo felici di questo storico miglior risultato’ in questo Land, ha commentato la leader Annalena Baerbock. L’AfD balza al 12,6% (8,5% in più di cinque anni fa) e raggiunge uno dei suoi obiettivi, entrando nell’ultimo dei 16 Parlamenti regionali. La Linke (sinistra radicale) ottiene il 6,4%, mentre i liberali (Fdp) il 7,7%, dal 5% del 2013.

La frammentazione emersa da questo voto aprire un ventaglio di scenari. Bouffier ha parlato di perdita di voti ‘dolorosa’ da prendere molto seriamente e ha tirato in ballo il malcontento verso la grande coalizione. La Cdu potrebbe bissare il governo con i Verdi, ma al momento senza la maggioranza assoluta, potrebbe  aver bisogno di un nuovo partner, forse i liberali il cui leader regionale, Rock René, si è detto pronto a trattare per una coalizione a tre, che però a livello federale ha già fallito a settembre del 2017. Possibile anche una coalizione tra Cdu e Spd, come quella che attualmente governa il Paese, ma è questa l’opzione meno desiderata dagli elettori, dicono i sondaggi. Altra ipotesi, un governo formato Verdi, Spd e sinistra radicale, guidato dai primi o dai secondi, o ancora un’alleanza tra socialdemocratici, Verdi e liberali, guidata da Spd o dai Verdi.

L’ex capogruppo dell’Unione, Friedrich Merz, sarebbe pronto a candidarsi alla presidenza della Cdu al prossimo congresso. Anche l’attuale segretaria generale della Cdu, Anngret Kramp-Karrenbauer, si candida alla presidenza della Cdu.

Anche il ministro della Salute Jens Spahn si candiderà alla presidenza della Cdu al prossimo congresso di partito, a dicembre. Spahn è stato un forte critico della linea di Angela Merkel in passato, e viene considerato un possibile successore alla cancelleria.

La coalizione uscente Cdu -Verdi avrebbe la possibilità di continuare a governare nell’Assia tedesca, sia pur con una maggioranza limitatissima, affidata a un solo seggio. Il presidente del Land uscente, Volker Bouffier, della Cdu, ha affermato che una coalizione del genere sarebbe certamente una ‘sfida’, ma anche un mezzo per disciplinare i partiti dell’esecutivo. L’Fdp si era già fatto avanti, dicendosi disponibile per una cosiddetta Giamaica, (Cdu-Verdi-Fdp). Oggi però Christian Lindner ha sottolineato che sul piano dei numeri sarebbe possibile anche una costellazione ‘semaforo’, rosso-giallo-verde, che prescinda dalla Cdu.

Le urne dell’Assia consegnano l’ennesimo schiaffo ad Angela Merkel, come ampiamente previsto dai sondaggi: la Cdu perde oltre dieci punti, tocca il risultato peggiore dal 1966 e vede trionfare gli alleati Verdi. Eppure i primi dati non configurano un terremoto politico e i cristiano-democratici si sforzano subito di contenere i temuti contraccolpi sul governo a Berlino. Che si misureranno comunque a partire da domani. L’uscente Volker Bouffier, fedelissimo della cancelliera, continuerà a governare la regione di Francoforte e nel suo bilancio chiarisce subito che nessuna coalizione potrà essere fatta contro la Cdu. Proprio come in Baviera, potrebbe anche non servirgli un terzo alleato, nonostante le avances dei liberali. Veri sconfitti della serata sono i socialdemocratici, che tuttavia trattano il risultato con cautela.

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