The curve of the German stock index DAX is displayed on a board at the stock market in Frankfurt, Germany, Monday, July 13, 2015. (ANSA/AP Photo/Michael Probst)

Germania, il voto non scuote la Borsa. Gli analisti rassicurano

Nessuno scossone: solo una moderata flessione in avvio per la Borsa di Francoforte, comune ai listini di tutto il continente, presto riassorbita. Il risveglio delle piazze finanziarie europee, all’indomani del voto tedesco che ridisegna gli equilibri del Bundestag, con l’ingresso dell’estrema destra di Alternativa per la Germania e la più che probabile fine della “Große Koalition” tra Cdu e Spd, è stato dunque all’insegna di una debolezza relativa. Il Dax ha mostrato in apertura un calo dello 0,15%, per poi risalire in meno di due ore fino a un +0,28%. Questo nonostante la mattinata sia stata caratterizzata anche dal risultato deludente segnato dall’indice Ifo in settembre: l’indice che misura la fiducia degli imprenditori tedeschi si è infatti attestato a 115,2 punti nel mese corrente, un dato più basso sia rispetto ai 115,7 punti di agosto che rispetto alle stime degli analisti. In attesa che a Berlino si definisca il nuovo assetto di governo, viaggia intanto al ribasso l’euro: la divisa comune ha toccato in mattinata un minimo a 1,1899 dollari per poi risalire a sua volta sopra alla soglia dell’1,19. Sull’andamento della valuta, però, dovrebbero influire soprattutto le parole che pronuncerà nel pomeriggio il presidente della Bce, Mario Draghi, la cui agenda prevede un intervento alle 15 di fronte al Parlamento Europeo.

A rassicurare gli investitori rispetto al riflesso del voto tedesco sul panorama finanziario sono d’altra parte anche gli analisti. “Mentre il risultato aumenta leggermente l’incertezza rispetto alla futura politica europea della Germania, ci attendiamo solo un impatto limitato sui mercati finanziari”, scrive in una nota diffusa oggi Christophe Bernand, chief strategist di Vontobel Asset Management, segnalando comunque che tale incertezza “potrebbe pesare sull’euro” e che lo spread tra Bund e titoli di Stato dei paesi “periferici” del blocco “potrebbe allargarsi”. Un fenomeno già osservato in mattinata proprio nei confronti del Bond italiano, il cui differenziale si presenta al momento in rialzo a 173,5 punti base. Non dissimile l’analisi proposta ieri sera da State Street Global Markets. “Se da un lato l’effettivo impatto sul mercato sarà probabilmente minimo nel medio periodo, dall’altro il risultato di questo fine settimana incrementa il rischio a livello politico in Europa rispetto a quanto stimato in precedenza”, sostiene Timothy Graf, responsabile macro strategy EMEA della finanziaria statunitense.

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