Paolo Gentiloni leaves the Italian Deputy Chamber after meeting Chamber president Laura Boldrini, Rome, 11 December 2016. Italy's foreign minister Gentiloni says he has accepted a presidential mandate to try to form a new government and serve as premier. ANSA/ ANGELO CARCONI

Gentiloni, ultime consultazioni, poi al Quirinale con la lista dei ministri

E’ il giorno dei ministri del governo Gentiloni. Il presidente incaricato dopo aver incontrato gli ultimi gruppi alla Camera nel pomeriggio dovrebbe risalire al Colle per sciogliere la riserva con la lista dei nuovi ministri.

LE DICHIARAZIONI DEI GRUPPI ALL’USCITA

Intanto è serrato il confronto nel Pd che a mezzogiorno ha riunito la Direzione in via del Nazareno per l’ultimo confronto sulla crisi. Il premier incaricato è impegnato da ieri nelle consultazioni dei gruppi parlamentari che si concludono alle 14 con l’incontro con la delegazione dem Gentiloni dovrebbe salire stasera al Quirinale per sciogliere la riserva con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Già stasera, secondo alcune fonti qualificate, il nuovo governo potrebbe giurare al Colle così da consentire domani di chiedere le fiducie sia alla Camera sia al Senato. Se invece la quadra sui ministri richiederà più tempo, il nuovo esecutivo potrebbe giurare domani e riuscire ad ottenere la fiducia in uno dei due rami del Parlamento. Mercoledì mattina ci sarebbe il voto nell’altra Camera e l’esecutivo entrerebbe in funzione. Nell’ipotesi più veloce già domani sera o mercoledì potrebbe riunirsi il consiglio dei ministri per il decreto su Mps se si decidesse che è meglio intervenire subito. Con ogni scenario Gentiloni è comunque pronto a volare a Bruxelles giovedì per il consiglio europeo. E’ il nodo Farnesina-Viminale quello che tiene impegnato il presidente del Consiglio incaricato Paolo Gentiloni nelle ultime ore prima di presentare al capo dello Stato la lista dei ministri del suo governo. La casella degli Esteri è proprio quella che lascia vuota il nuovo premier e per la quale da ieri è in salita il nome di Angelino Alfano. Chi sostiene la candidatura dell’attuale ministro dell’Interno, ne ricorda la lunga esperienza di governo e i rapporti internazionali, maturati nei vertici del Partito popolare europeo, soprattutto con il premier spagnolo Rajoy, la cancelliera Merkel, il neo primo ministro francese, ex ministro dell’Interno, Cezeneuve, la leader britannica Theresa May. L’alternativa ad Alfano sarebbe un candidato del Pd, a partire da Piero Fassino che agli Esteri è stato sottosegretario del governo Prodi dal 1996 al 1998, poi ministro del Commercio estero con D’Alema dal 1998 al 2000. Mentre nel governo è stato ministro della Giustizia di Amato dal 2000 al 2001, prima di diventare segretario del Pd per 6 anni dal 2001 e sindaco di Torino per 5 dal 2011. Se Alfano andasse agli Esteri, il Pd indicherebbe il nuovo ministro dell’Interno, incarico per il quale sembra favorito Marco Minniti, oggi sottosegretario ai servizi segreti. La decisione va presa in fretta, visto che Gentiloni intende salire al Quirinale nel pomeriggio per sciogliere la riserva e presentare la lista dei ministri. Intanto, Maurizio Lupi, dopo l’incontro di Area Popolare con il presidente incaricato, torna a chiedere che il Parlamento ‘prenda urgentemente un’iniziativa sulla legge elettorale’, senza aspettare la Consulta, e ‘la maggioranza proponga e avvii la discussione con gli altri’. Paolo Romani, presidente dei senatori di Fi, dopo l’incontro alla Camera, indica ‘un cambio di tono’ in Gentiloni rispetto a Renzi, annuncia ‘una opposizione puntuale’, ma sottolinea che ‘una discontinuità vera sarebbe importante’, osservando di apprezzare il fatto che ‘il premier incaricato ha detto che il governo non sarà protagonista del processo di riforma della legge elettorale che sarà delegato alle forze parlamentari’. Per Forza Italia, la riforma dell’Italicum ‘dovrà tenere conto dell’equilibrio tra rappresentanza e governabilità, soprattutto se si pensa che la prossima legislatura possa essere Costituente’. ‘Renzi ha diviso il Paese, Gentiloni lo unisca’, chiosa Brunetta. Dal M5s, che ha deciso di non partecipare alle consultazioni di Gentiloni, un’attacco netto all’ipotesi che, con Minniti all’Interno, tocchi all’ex sottosegretario all’editoria Luca Lotti l’incarico di Autorità delegata ai servizi segreti. ‘Se fosse vero, sarebbe una mossa aberrante, contro ogni equilibrio democratico, di fronte alla quale siamo pronti alle barricate’, dicono i membri M5s del Copasir Crimi, Marton e Tofalo. Intanto, dalla Direzione del Pd riunita al Nazareno, il vicesegretario Guerini conferma ‘piena disponibilità’ al sostegno di Gentiloni, ribadendo che i Dem ‘non hanno paura del voto’. Del nuovo governo parla anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che chiede a Gentiloni di ‘non occuparsi solo della legge elettorale’. ‘Al di là della durata di questo governo, a cui facciamo un in bocca al lupo occorre che si vada avanti nella stagione delle riforme e che non ci sia un rallentamento. Non si può pensare solo alla legge elettorale anche se è importante, bisogna stare attenti ai fondamentali del nostro Paese’, dice. Mentre il Financial Time, in un editoriale, lancia un nuovo all’allarme sull’ipotesi, che pure definisce ‘molto improbabile’, che l’Italia esca dall’eurozona. Il nostro Paese,  ha evidenziato il presidente Mattarella al termine delle consultazioni,   ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni.Vi sono di fronte a noi adempimenti, impegni, scadenze

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