Genova e gli “angeli” del fango

Matteo Renzi annuncia che sarà a Genova in settimana,  senza tralasciare di inviare un “netto” messaggio ai Cinque Stelle,  che dovrebbero essere presenti oggi: “Le passerelle le lascio a Grillo perchè i Cinque Stelle fanno campagna elettorale, io governo”. Si rivolge poi, il premier, ai genovesi: “Non siete soli, vi aiuteremo. Adesso tutti ad indossare la faccia contrita d’ordinanza, ma del dissesto bisogna occuparsi quando non ne parla nessuno. La soluzione è spendere i due miliardi fermi per i ritardi burocratici, superando la logica dei ricorsi e dei controricorsi”. Per gli angeli del fango dice che dimostrano che c’è una generazione di giovani che non è come viene raccontata in modo superficiale e banale. Beppe Grillo ha in realtà rinviato a domani la sua venuta a Genova che resta in balia delle acque che scorrono nel sottosuolo. In realtà a Genova si percepisce il vuoto della politica che non riesce a fronteggiare i cataclismi naturali che la investono, e la violentano, con una terribile sistematicità. Per prevenire questa nuova sciagura, identica a quella del 4 novembre 2011, nulla in realtà è stato fatto. Sono centomila i genovesi che vivono insieme al rischio permanente di alluvione,  e le opere approvate per rimediare al dissesto di una cementificazione più che scellerata non hanno prodotto alcun risultato. L’Arpal, agenzia regionale dell’ambiente non ha dato l’allarme e lavora, per di più, con tecnologie inadeguate. Non era stata, ricordiamolo, predisposta alcuna task force apposita contro l’alluvione,  e la pubblica amministrazione era “impreparata” a fronteggiarla ed a  coordinare i soccorsi. Sorvoliamo pure su Marco Doria, sindaco della città, che ha sospeso il pagamento delle tasse municipali. Provvedimento “ovvio e naturale” che non cancella le responsabilità sue e le inefficienze del governatore Burlando. Stavolta i danni causati dall’alluvione sono stati maggiori rispetto a quelli del 2011. L’Arpal non lo aveva previsto ed ora resta spazio solo alla rassegnazione per una classe politica non previdente e  senza coraggio.  Ieri pomeriggio erano più di ventimila gli studenti ed i ragazzi che con stivali e vanghe spalano. Mancano addirittura le pale, i guanti e le ramazze,  perchè le Istituzioni continuano a latitare, e senza vergogna. Basti sapere che mentre la piena del Bisagno travolge case, auto e negozi, i dirigenti responsabili della sicurezza e della Protezione civile incassano un premio per il raggiungimento dei loro obiettivi. E’ una beffa, una vera ed autentica beffa. Roberta Pinotti, ministro della Difesa, si dice pronta ad inviare tutto quello che serve, tra mezzi ed uomini.

Cocis

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