Genitori separati e vacanze

Tra i tanti aspetti da gestire con attenzione, riguardo la vita di un bambino o un adolescente con i genitori separati, c’è anche quello delle vacanze, che generalmente vengono trascorse, almeno in parte,  con il genitore con il quale non vivono abitualmente e che, il più delle volte, è il padre.

La vacanza con il genitore non ‘collocatario’, ovvero, con cui non si vive abitualmente, anche in caso di affidamento congiunto,   è potenzialmente un momento importante e positivo, sia per il genitore che per il figlio che cresce, perché dà l’opportunità di conoscersi in profondità, più di quanto non si possa fare nel canonico weekend settimanale o quindicinale.

Quando si parla di regolamentare i rapporti tra il figlio e il genitore non convivente, la legge non entra così nel merito da individuare quante settimane di ferie spettano a ciascuna genitore. Nella maggior parte dei casi viene assegnato un periodo di 15 giorni per il genitore che non convive con il minore. Di solito  è molto raro che il padre richieda un periodo maggiore di ferie da trascorrere con il proprio figlio, ma ogni caso è a sé e  per questo è necessario tenere sempre in considerazione l’interesse del piccolo e valutare quale sia per lui la migliore soluzione.

La fruttuosità di questo momento dipende però molto dal rapporto che c’è tra i genitori, che è sempre l’elemento determinante, in vacanza come a casa, per il benessere dei figli delle coppie separate. Molte volte, invece, la vacanza è un ulteriore pretesto per rinfocolare i litigi nella coppia e mette il figlio nella condizione di viverla con la sensazione di star facendo comunque un torto ad uno dei due genitori.

In realtà per  le coppie separate o divorziate il periodo estivo può essere alquanto delicato. Partire per le vacanze con i figli, sapendo di dover dare conto al proprio ex di quasi ogni decisione presa, non è di certo una cosa semplice, e in alcuni casi si arriva in tribunale, dopo le denunce dell’altro genitore.

L’Associazione avvocati matrimonialisti italiani ha fornito alcuni numeri in merito, sottolineando come circa 20mila bambini che si ritrovano al centro di dispute che spesso hanno alla base un profondo rancore.

Molti bambini non vengono autorizzati a trascorrere le proprie vacanze in compagnia dell’altro genitore e capita di vedere certificati medici presentati all’ultimo istante, inerenti patologie inesistenti, il tutto per non consegnare il bimbo all’altro coniuge.

Stando alle normative attuali, si invita sempre la coppia a raggiungere un accordo per l’affidamento condiviso, quando possibile. Grazie a questo si potrà  delineare un periodo di vacanza con entrambi i genitori.

Il genitore affidatario ha l’obbligo legale di favorire il rapporto tra i figli e l’altro genitore, a meno che non sussistano indicazioni contrarie. Il genitore che ostacola tale rapporto potrebbe incorrere nel reato di ‘Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice’.

Spesso si solleva il tema dei costi, che tendenzialmente si ritiene debbano spettare al genitore con il quale il figlio trascorre le vacanze. Richiederà invece un accordo tra le due parti un eventuale viaggio d’istruzione o vacanza senza la presenza di un genitore accompagnatore. Avere i propri figli con sé però non vuol dire interrompere il pagamento dell’assegno di mantenimento,  che dovrà essere regolarmente corrisposto, al di là delle spese sostenute per il periodo di ferie.

Nel caso in cui s’intenda organizzare un viaggio internazionale, le regole sono esattamente quelle previste per le coppie non separate o divorziate. Il Comune o la Questura, al fine di rilasciare i documenti necessari per il passaporto, richiederanno un documento che dimostri l’approvazione dell’altro genitore.

Nel caso di bambini in tenera età l’allontanamento dalla madre per un periodo di tempo non sembra consigliabile. Qualora non si riesca a raggiungere un’intesa l’unica soluzione è di rivolgersi al Tribunale per regolamentare,  o eventualmente modificare, i rapporti con il bambino.

Antonella Di Pietro

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