G20. Draghi: Sul clima nessun rinvio per evitare disastro

E’ iniziata la giornata conclusiva del vertice G20 di Roma dopo la passeggiata dei leader a Fontana di Trevi. Alle 10.30 al via la prima sessione dei lavori dedicata al ruolo del settore privato nel combattere il cambiamento climatico con l’intervento di Carlo, Principe di Galles. Alle 11.05 si apre la Seconda sessione sempre legata al clima, mentre alle 13.50 il terzo panel verrà dedicata allo sviluppo sostenibile. Alle 15.40 in programma la sessione conclusiva, alla quale seguirà la conferenza stampa del premier e ‘padrone di casa’ Mario Draghi.

Resta centrale il tema sul clima sul quale ancora i leader mondiali non riescono a trovare il giusto compromesso. Per tutta la notte e continua anche questa mattina il negoziato tra gli sherpa dei leader del G20 per arrivare ad un accordo su questo tema per evitare un accordo al ribasso e soprattutto ‘un fallimento’ sul tema fondamentale di questo vertice mondiale.

“La lotta al clima è la sfida del nostro tempo. O agiamo ora e affrontiamo i costi della transizione portando le nostre economie su un percorso più sostenibile o rinviamo e rischiamo di pagare un prezzo più alto dopo, rischiando di fallire”. Con queste parole, dure, ma nette e realistiche, il presidente del consiglio Mario Draghi ha esordito il suo intervento introduttivo della sessione di lavori del G20 sul ruolo del settore privato nel contrastare il cambiamento climatico. “Qualcuno di noi chiede perché spostiamo il nostro obiettivo da 2 a 1,5 gradi? Perché lo dice la scienza, dobbiamo ascoltare gli allarmi che vengono dalla comunità scientifica mondiale”, continua il premier. “L’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici mostra che dobbiamo effettuare riduzioni immediate, rapide e sostanziali alle emissioni per evitare conseguenze disastrose”, continua il premier italiano, per il quale “il passaggio all’energia pulita è fondamentale per ottenere le necessarie riduzioni delle emissioni di gas serra. Non possiamo più rimandare tutto questo”. “La transizione richiede uno sforzo significativo – sottolinea ancora Draghi – e i governi devono essere pronti a sostenere i propri cittadini e le imprese attraverso di essa. Ma offre anche opportunità per stimolare la crescita, creare posti di lavoro e ridurre le disuguaglianze”.

“Sia il settore pubblico che quello privato – continua ancora Draghi – devono fare la loro parte. I governi possono fissare obiettivi a breve e lungo termine e garantire stabilità politica, finanziaria e normativa. Ma non possono fare tutto. Le aziende private accelerano la diffusione delle tecnologie pulite, promuovono l’innovazione e promuovono la produzione su larga scala”.

“Il finanziamento pubblico aiuta ad attrarre finanziamenti verdi e a ridurre i rischi per gli investimenti del settore privato. I partenariati pubblico-privati uniscono le due realtà. Dobbiamo sostenere le iniziative private che inseriscono priorità sociali e ambientali nei loro modelli di produzione, come l’iniziativa di Sua Altezza Reale, il Principe Carlo, sui mercati sostenibili”, ha poi aggiunto il presidente del Consiglio introducendo l’intervento del Principe di Galles.

Sul clima, conclude Draghi,  “dobbiamo ascoltare gli avvertimenti provenienti dalla comunità scientifica globale; affrontare la crisi climatica in questo decennio; e onorare l’Accordo di Parigi e l’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030”.

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