Per Mosca, i maggiori ostacoli nei rapporti con Washington sono rappresentati dalle sanzioni imposte alla Russia in reazione al suo intervento in Ucraina e che sono state accresciute nei mesi scorsi in seguito alle interferenze del Cremlino nelle elezioni presidenziali americane. Secondo il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov, i conflitti in Ucraina e anche in Siria saranno al centro dei colloqui fra Trump e Putin, ma i tentativi di cooperazione richiedono maggiore impegno.

Il segretario di stato americano Rex Tillerson, che aveva combattuto contro l’estensione delle sanzioni, ha chiesto all’America di non farsi condizionare troppo dagli accordi di Minsk che la Russia è accusata di non aver soddisfatto. Ma il voto del Senato (97 a favore, due contro 2) per l’applicazione di nuove sanzioni, ha raffreddato le speranze di Mosca circa una posizione più morbida degli Stati Uniti sulla questione ucraina.

I dubbi sono cresciuti anche sul tema della cooperazione Usa-Russia in Siria. Dopo l’attacco con armi chimiche di Khan Sheykhun e quelli missilistici di Trump in Siria (che Mosca ha letto come una offensiva contro il suo alleato Bashar al-Assad), la collaborazione è diventata ancora più difficile.

Però, per i diplomatici di entrambi i paesi, anche se non sarà raggiunto immediatamente un accordo sui temi più caldi, sarebbe comunque da considerare una vittoria di grande rilievo l’impegno a lavorare su alcuni obiettivi comuni, seppur di minore rilevanza.

 Nuova giornata di tensione ad Amburgo, dove sta per cominciare il G20. Dopo i disordini di ieri, la polizia tedesca è intervenuta anche stamani con gli idranti per disperdere un blocco di manifestanti anti-summit sulle rive del lago Outer Alster, a poca distanza dal luogo che ospita il vertice.