Franceschini e Cinquestelle: ‘Se vi sfilate, no alle alleanze per le elezioni politiche’

Il caso Cinquestelle apre  un dibattito e  Carlo Calenda attacca  Giuseppe Conte: ‘Fa solo sceneggiate, penso stia andando in scena uno spettacolo indegno sulle spalle del Paese. Un partito draghiano senza Draghi? Io non credo nei partiti nati a tavolino. Io sento molte sintonia con Giorgetti ma lui resterà nella Lega, Di Maio invece farà qualcosa nel campo largo della sinistra’. Per Calenda  resteranno tre poli: il Pd con Di Maio, Fratoianni, Bersani e una destra con Toti e Meloni, noi costituiremo un’ala centrale. Stiamo facendo un lavoro più profondo per creare un partito che rimanga decenni. Per Calenda la presenza di Conte non va neppure presa in considerazione.

Per il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, ‘i balletti del M5S -Grillo lo ha detto a De Masi o non lo ha detto – francamente non interessano ai cittadini, che sono alle prese con ben altri problemi. Basta con le chiacchiere del M5S, sarebbe da irresponsabili fare cadere il governo, i cittadini chiedono risposte’.

Nel Pd  le ultime uscite di Conte non convincono. ‘Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5S dobbiamo stare dalla stessa parte’, afferma il ministro Dario Franceschini: ‘Se ci sarà una rottura o una distinzione – perché un appoggio esterno è una rottura – per noi porterà alla fine del governo e all’impossibilità di andare insieme alle elezioni. E si brucerà chiaramente ogni residuo possibilità di andare al proporzionale. Servono generosità ed elasticità nell’incontro tra il premier Mario Draghi e il leader del M5S Giuseppe Conte. Hanno in mano il destino della prossima legislatura. È giusto sottolineare l’importanza che il governo vada avanti fino a fine legislatura e non si comprenderebbe in alcun modo che venga messo in discussione, soprattutto a fronte dei tanti problemi con cui gli italiani sono chiamati a fare i conti’.

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