Fisco: e’ il turno del Regno Unito, inchiesta Ue su esenzioni a multinazionali

Dopo Irlanda, Lussemburgo e Olanda ora tocca al Regno Unito, in fase di addio alla Ue, passare sotto le forche caudine dell’Antitrust europeo per le regalie alle multinazionali. La Commissione ha aperto un’inchiesta approfondita sul regime britannico che permette l’esenzione di certe operazioni dei gruppi multinazionali dall’applicazione delle regole nazionali di contrasto dell’evasione fiscale. I servizi della Concorrenza europea esamineranno se il regime permette a tali multinazionali di pagare meno imposte al Regno Unito in violazione delle regole Ue in materia di aiuti di Stato. Logicamente le decisioni Ue che riguardano il Regno Unito mentre la partecipazione di quest’ultimo all’Unione e’ in corso dovrebbero essere applicate anche quando la Brexit sara’ avvenuta in quanto riferite, appunto, al passato.

Le regole britanniche sulle societa’ straniere controllate hanno l’obiettivo generale di impedire alle societa’ britanniche di usare una filiale situate in un paese a fiscalita’ favorevole o nulla per eludere l’imposta nel Regno Unito. L’amministrazione britannica puo’ iscrivere alla societa’ britannica tutti i profitti trasferiti artificiosamente verso una filiale offshore e tassarli di conseguenza. Le regole su tali societa’ straniere sono uno strumento “efficace e importante” dice la Commissione per lottare contro l’evasone fiscale. Tuttavia, dal 2013 tali regole prevedono una eccezione per certe entrate da finanziamenti (pagamenti di interessi percepiti sui prestiti) dei gruppi multinazionali presenti nel paese. Si tratta dell’esenzione sul finanziamento dei gruppi. Le multinazionali usano spesso i redditi da finanziamento come mezzo di trasferimento dei profitti tenuto conto della mobilita’ dei capitali. La norma britannica esenta questo trasferimento nel Regno Unito e dunque l’imposizione fiscale nel proprio territorio: si tratta dei redditi da finanziamento percepiti dalla filiale offshore presso un’altra societa’ straniera del gruppo. Una multinazionale presente nel Regno Unito puo’ dunque finanziare una societa’ straniera del gruppo attraverso una filiale offshore, indica la Commissione. Grazie all’esenzione, “paga poche imposte o alcuna imposta sui profitti generati da tali operazioni: la filiale offshore paga poche imposte o alcuna imposta sui redditi da finanziamento nel paese in cui e’ stabilita e i redditi da finanziamento della filiale offshore non sono assegnati o lo sono solo in modo parziale al Regno Unito per essere tassati li’ tenuto conto dell’esenzione. D’altra parte, ecco un altro elemento posto dall’Antitrust europeo, “le regole su tali societa’ riassegnano verso il Regno Unito, in vista dell’imposizione, altri redditi trasferiti artificiosamente verso filiali offshore di societa’ madri britanniche”‘.

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