Finissage della bipersonale Antonella Albani e Marco Marassi con il talk ‘Fotografia e performance’

Ecco il secondo appuntamento di Interno14 next, per il Mese della Fotografia, la seconda bipersonale di Antonella Albani e di Marco Marassi, il 21 marzo presso i locali di Spazio Impatto in piazza Galeria 14 a Roma. Ben distanti dai temi della precedente bipersonale Borrelli/Cavallini dove i luoghi esterni divenivano trasfigurazione del proprio io, in questa mostra Antonella Albani e Marco Marassi indagano un mondo interiore intriso da condizionamenti e conformismi.

Entrambe le mostre fanno parte del più ampio progetto iMaterial_material/immaterial world che indaga le capacità e le possibilità di aggregazione e separazione dei processi ambientali e territoriali. Precisa, a tal proposito, la curatrice Roberta Melasecca che in questo momento storico viviamo una profonda dicotomia per la quale la realtà è al tempo stesso materiale e immateriale e dalla compresenza di questi due ambiti ha origine ogni nostra percezione del visibile e dell’invisibile.

Torniamo alla bipersonale in questione: Antonella Albani e Marco Marassi narrano di storie intime nelle quali gli stessi spazi esterni implodono in un viscerale luogo dell’anima.

La Albani, con Forse non è il mio fantasma, si muove in uno uno spazio vuoto, una prigione, una clausura imposta, una costrizione voluta dall’esterno o una negazione della propria identità.

L’artista rappresenta nelle fotografie di piccolo formato, imprigionate in cornici con evidenti pass par tout, una donna negata, avvolta in un sudario, mai ripresa di fronte, in una situazione di immobilità. Impercettibili tentativi di movimento sono scadenzati dalla sequenza fotografica che l’autrice ci propone. Appare una via di fuga verso la “luce” nell’ultimo fotogramma, ma nessuna salvezza è prefigurata, semmai è sancita una “impossibilità”, un inganno. L’autrice sembra dire: “questa io sono”, ma il valore è universale. Sottolinea a tal proposito, la curatrice, Roberta Melasecca: <<Spesso l’incastro di ciò che siamo è imprescindibile: a volte romantico, archetipo femminile obbligato, a volte stranamente salvifico o di ultima condanna. I trucioli di carta fotografica, ritagliati dagli stessi scatti, sono sovrapposti alle immagini e rappresentano una parte del proprio essere in qualche modo negato, censurato, e quindi “tagliato”, eliminato>>.

Marassi presenta un estratto da Buck Up and Cry!. Stampe di grande formato che fanno parte di una serie di scatti nati come shooting performativo incentrato sulla rottura di due tabù del mondo eterosessuale, maschile, bianco, contemporaneo: il trucco ed il pianto. Il pianto nell’antichità, come tutti i liquidi del corpo umano – il sangue, il sudore, lo sperma – era sinonimo di vita e vitalità. Truccarsi è inversamente proporzionale alla forza di piangere e ci si trucca per non piangere o ancora si piange per liberarsi da un trucco pesante.

Come dalla precedente bipersonale nacque un Talk su fotografia e parola, così da questa bipersonale, che lega direttamente e indirettamente la fotografia alla performance, prenderà vita il 28 marzo alle ore 19, sempre presso i locali di Spazio Impatto, il Talk – Fotografia e Performance.

Entrambi i lavori di Albani e Marassi nascono da un processo di messa in scena, l’una come percorso interiore, l’altro come indagine fotografica dell’azione come elemento di trasformazione emotiva ed estetica. Sono state invitate ad approfondire questi aspetti due curatrici e storiche dell’arte, Lori Adragna e Michela Becchis, che affrontano, nel loro lavoro, temi legati ad ambiti artistici performativi e fotografici e artiste che utilizzano la fotografia e la performance attraverso metodologie differenti quali Eozen Agopian, artista greca di nascita ma operante a New York, Elina Chauvet artista messicana, Francesca Fini, Barbara Lalle, Nora Lux e Monica Pirone. Il talk verrà moderato dalla curatrice, Roberta Melasecca.

Barbara Lalle

 

 

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