Fine vita, no della maggioranza al suicidio assistito: svolta della maggioranza, il provvedimento al Senato il prossimo 17 luglio

Il governo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la ‘legge toscana’ sul fine vita. Il suicidio medicalmente assistito è un terreno delicatissimo, materiale da maneggiare con cura che, come tutti i dossier eticamente sensibili, dovrebbe essere sottratto al tifo ideologico.

Sotto attenzione il provvedimento, di iniziativa popolare, approvato a febbraio scorso dalla Regione guidata dal dem Eugenio Giani su “procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019”. A votare a favore erano stati Pd, M5S, Italia Viva e gruppo Misto-Merito e Lealtà. Contrari Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega. Missione del governo sottrarre alle competenze regionali un tema centrale e di interesse nazionale e far legiferare le Camera come prevede la Costituzione.

“Il governo ha fatto bene. Credo sia impensabile che ciascuna Regione possa decidere di normare su un tema così centrale e importante”. Parola di Giovanni Donzelli: “Immaginatevi cosa potrebbe accadere con una legge sul fine vita in Toscana, un’altra in Umbria o nel Lazio: chi abita al confine cosa fa, quale legge ha?  Su questi temi esiste il Parlamento che, con la sinistra in maggioranza, per anni non ha fatto nulla. Ci sarà il tempo in cui in Parlamento affronteremo il tema però in modo non ideologico. Anche perché – aggiunge – credo che sia una mancanza di rispetto verso le persone che stanno male farne una battaglia politica, partitica, mettendo e piantando bandierine”. Parole d’ordine: rispetto per tutti. “Dobbiamo toglierci la maglietta dei giocatori politici quando si parla della vita per provare a rappresentare tutti insieme il nostro popolo. Sicuramente il centrodestra lo farà prima del centrosinistra”.

FdI: norma chiaramente anticostituzionale

Soddisfatto il coordinatore toscano di FdI, Francesco Michelotti. “L’esecutivo ha ascoltato la nostra richiesta rispetto a una norma che era chiaramente anticostituzionale, perché in piena violazione del reparto di competenze tra Stato e Regioni. La materia del fine vita è tema che riguarda esclusivamente lo Stato, ribadiamo quindi che sarà il Parlamento a legiferare”.

Sul fine vita arriva la svolta da parte della maggioranza di governo. Che dice no al suicidio assistito ma si appresta a portare in aula, dal 17 luglio,  un disegno di legge che prevederà l’aumento delle cure palliative per i malati terminali.

Una tesi in linea sia con il programma di governo che con la tradizione cattolica della coalizione. È quello che emerso durante vertice di maggioranza con la premier Meloni a Palazzo Chigi. Il comitato ristretto si riunirà martedì prossimo, mentre il provvedimento è atteso nell’aula del Senato il prossimo 17 luglio.

“La maggioranza è unita, il suicidio non è un diritto: ci sarà una legge in Senato  fissata in aula il 17 luglio, quindi andremo avanti con una proposta unitaria del centrodestra”, ha detto il vicepresidente del Consiglio e segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani.

Il centrosinistra ha sempre strumentalizzato la decisione della Corte Costituzionale che, in realtà, non dava il via al suicidio assistito ma esortava il Parlamento a legiferare su una materia alquanto delicata. Da via XXIV Maggio era arrivato l’invito al legislatore di riempire uno spazio che ancora oggi, nel vuoto legislativo, lascia troppe fessure aperte.

Il sì della Cei alla linea del governo

“Tra l’accanimento terapeutico e l’eutanasia, ai quali personalmente dico no, c’è la terza strada, quella delle cure palliative: danno dignità al malato. E’ una questione di civiltà e di democrazia”. Lo he detto il vicepresidente Cei, monsignor Francesco Savino, parlando del confronto sulla fine vita. “Se si parte da qui si parte bene” ma “anche le migliori leggi – avvisa – hanno bisogno di una pianificazione finanziaria”. “Mi auguro che tutte le parti politiche su un tema che tocca un momento importante della vita dialoghino senza pregiudizi. Su questo percorso legislativo serve la corresponsabilità di tutti: si metta al centro la dignità del malato”, ha aggiunto il vice di Zuppi.

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