Il capo politico del M5S Luigi Di Maio con Beppe Grillo e Davide Casaleggio (D) durante il pranzo in una località vicino a Ivrea, nella casa di Gianroberto Casaleggio, in una immagine pubblicata sul profilo Facebook di Luigi Di Maio, 08 aprile 2018. FACEBOOK LUIGI DI MAIO +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++ ++ HO - NO SALES, EDITORIAL USE ONLY++

Festa M5S alla Mostra d’Oltremare di Napoli

Prende forma la festa di Italia 5 Stelle che sabato e domenica avrà luogo a Napoli, nel quartiere di Fuorigrotta. Presente, come ogni anno, tutto lo stato maggiore del Movimento, a cominciare da Luigi Di Maio e dal presidente della Camera Roberto Fico, fino ai ministri pentastellati e da Davide Casaleggio. Quasi certa la presenza di Beppe Grillo. Il premier Giuseppe Conte sarà sul palco della festa del M5S sabato sera.

La kermesse si inserisce in un contesto di aspre polemiche interne al Movimento e si temono le contestazioni.   Anche perché in Campania, i malumori tra gli esponenti locali per il nuovo corso delle alleanze civiche stabilito da Di Maio, sono evidenti. Non dimentichiamo che alcuni senatori  pentastellati hanno firmato un documento in cui, di fatto, fa capire di non poterne più del loro leader. Una fronda importante numericamente, ma anche in termini di peso politico. Tra i firmatari, infatti, ci sono figure storiche pentastellate come Barbara Lezzi, Nicola Morra, Alberto Airola, Mario Giarrusso. La fronda chiede che si vada a votare su Rousseau per mettere mano ad alcuni punti dello statuto del Movimento, in particolare quello relativo al capo politico e ai suoi poteri. Nel dettaglio, si propone di sostituire la figura unica di leader con un direttorio di 10 persone, di cui facciano parte anche i capigruppo M5s di Camera e Senato, oltre che Beppe Grillo.

Di Maio ha provato a minimizzare l’accaduto. Prima ha sottolineato di essere già consapevole di non essere amato da tutti all’interno del Movimento: “Sono stato eletto capo politico con l’80 per cento di preferenze, non con il 100 per cento ed è giusto che ci sia chi non è d’accordo”, ha dichiarato. Poi, quando gli si è fatto notare che le 70 firme del documento contro di lui costituiscono il 70% quasi del totale dei senatori pentastellati, ha cambiato rotta: “Ci sono persone che potrei definire amiche e con cui lavoro ogni giorno che mi hanno chiamato e mi hanno detto che è un grande malinteso: ‘non è contro di te ma per rafforzare il gruppo parlamentare’”.

Eppure, a leggere le dichiarazioni di alcuni protagonisti della fronda, non sembrano esserci malintesi, dubbi o altro. “Di Maio dovrebbe lasciare tutti gli incarichi”, ha dichiarato Mario Giarrusso, che ha fatto riferimento al declino del Movimento cinque stelle durante la leadership dell’attuale Ministro degli Esteri.

In effetti, Di Maio ha perso il controllo del Movimento da tempo. Non nel senso che qualcuno gli abbia tolto il potere, ma che ha portato lo stesso Movimento a implodere. Quello che un anno e mezzo fa era la prima realtà politica italiana con oltre il 30% dei consensi, dodici mesi dopo si è ritrovato a essere il terzo partito del Paese, con un numero di voti dimezzato. Un’emorragia che è anche conseguenze delle scelte fatte dal Movimento durante l’esperienza del governo precedente, la cui responsabilità va fatta ricadere ovviamente sul leader Di Maio.

Tanti tradimenti, dall’Ilva alla Tap fino a una Tav su cui si è battagliato molto meno di quanto fosse stato promesso.Lo stesso Di Maio intanto ha sempre demonizzato il Pd, il “partito di Bibbiano e dell’elettroshock” e oggi, a pochi mesi da quella frase, ci fa un governo insieme.

Durante la leadership di Di Maio il Movimento si è ridimensionato, ha rinunciato ai suoi ideali, si è contraddetto. Ha perso la sua identità e di conseguenze ha perso anche voti – 6 milioni tra le elezioni politiche del 2018 e le europee del 2019. Davanti a tutto questo, la sostituzione del leader era il minimo che potesse accadere, come gesto di responsabilità politica, per dare un segnale, una svolta. E invece non è stato così. Di Maio è ancora lì, alla guida del Movimento e presente al governo a capo di un Ministero su cui ha competenze nulle. Non vuole farsi da parte Di Maio ed ecco allora che si capisce il senso della fronda di senatori pentastellati contro di lui.

Non ci dovrebbe essere, invece, uno dei principali avversari del governo giallo-rosso: Alessandro Di Battista. Anche se la sua assenza sarebbe dovuta più ad impegni personali che ad una volontà politica precisa.

Tra sabato pomeriggio e domenica si alterneranno i principali big del Movimento. Ma, ad Italia 5 Stelle, ci sarà una parentesi musicale.

  • Eugenio Bennato: un nome che non ha bisogno di presentazioni, un pilastro della musica italiana che ha fatto dello studio delle proprie radici la sua principale fonte di ispirazione.
  • Salvatore Striano e Lucariello: insieme all’Arena per un messaggio di legalità̀ contro tutte le mafie. Un attore di successo, Salvatore Striano (al cinema con Gomorra), unito in una doppia esibizione con la musica del rapper Lucariello, che della serie Gomorra è l’autore della colonna sonora.
  • Patrizio Rispo: da vent’anni a orario di cena entra discretamente nelle case degli italiani con “Un posto al sole”, sarà il filo conduttore delle esibizioni artistiche nonché interprete di un toccante monologo di M. de Andrade sull’importanza del tempo dal titolo “La mia anima ha fretta”.
  • Capone & Bungtbangt: musica di strada con un forte messaggio ambientalista, la band partenopea, formata da quattro elementi, utilizza strumenti musicali realizzati con materiali di riciclo. Suoni urbani, musica popolare e impegno sociale.
  • Luca Amitrano e l’Orchestra San Giovanni diretta dal Maestro Keith Goodman: Una esibizione corale che vede alternarsi il pianoforte del Maestro Amitrano (vincitore nel 2015 dei Los Angeles Music Awards) e l’orchestra San Giovanni (composta da 15 archi) diretta dal Maestro Keith Goodman, in un omaggio a Napoli e al cinema italiano.
  • Ernesto Dolvi e Danzarte: un momento che unisce danza e musica, grazie alla collaborazione di una scuola di ballo di Secondigliano e il talento di un giovane musicista finalista a Italia’s got talent 2019. L’individualismo del sassofono sposato alla pluralità̀ del corpo di ballo.
  • Virtuoso Artale: violinista eccentrico che ha collaborato con Ennio Morricone e Nicola Piovani. Capace di infiammare il palco con le sue esibizioni a metà tra il rock e la musica classica. Un momento che vedrà l’unione tra melodie pop/rock e danza.
  • Chiara Perreca e Shark e Groove: un monologo contro il bullismo interpretato dalla giovane attrice Chiara Perreca, accompagnata dal duo rapper Shark&Groove. Un momento inteso che invita i giovani a non arrendersi mai.
  • Cesare Isernia: cantautore, ex bancario, che denuncia nelle sue canzoni l’alienazione dell’uomo moderno nei confronti di una società̀ schiava di logiche economiche e di convenzioni. Un invito a riscoprire l’importanza dei rapporti umani e dello stare insieme.
  • Francesco Vitale: attore teatrale, si esibisce in un toccante riadattamento del celebre “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach, insieme alla coreografia di un corpo di ballo. Una riflessione sulla voglia di lottare.

E al termine della serata la festa continua, all’esterno dell’Arena, con il DJ Marco Montefusco e le acrobate di PinkMoon. Un DJ SET accompagnato dalle acrobate dell’agenzia Pink Moon in un elegante gioco di complicità.

Il parterre di attori e cantanti è ancora da definire: gli organizzatori devono fare i conti, tra l’altro, con un budget non ricchissimo e con i diritti d’esclusiva degli artisti

L’ingresso è gratuito con prenotazione fino ad esaurimento posti.

Apertura cancelli ore 18. Inizio evento alle ore 19.

Resta un’incognita il fattore presenze esterne, in particolare quella del sindaco di Napoli Luigi de Magistris che dichiara di non essere stato invitato per festeggiare i dieci anni della nascita del Movimento: ‘Non sono stato invitato e visto che sono un gentiluomo non andrò. Al limite, vado dove non sono invitato se voglio occupare qualcosa, ma non è questo il caso’. Tra le parti si ipotizzava un’intesa, un patto politico con Roberto Fico a fare da garante. Infine non dimentichiamo che  la Mostra d’Oltremare vede il Comune di Napoli, guidato da de Magistris, come azionista di maggioranza; e per un mero fatto di protocollo, il sindaco della città ospitante andava invitato da una forza politica che decide di festeggiare a Napoli il suo decennale.

 

Essendo sindaco, anche tra i pentastellati non si esclude la sua presenza ad uno dei due giorni della kermesse.

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