Fca-Peugeot: fusione sempre più vicina

Possibile matrimonio tra Fca e Groupe Psa, il gruppo di Peugeot e Citroen. “Sono in corso discussioni intese a creare un gruppo tra i leader mondiali della mobilità”, si legge in una nota della Fca. Dello stesso tenore la comunicazione del gruppo francese. “Psa conferma che delle discussioni sono in corso in vista della creazione di uno dei principali gruppi automobilistici mondiali”, confermando le indiscrezioni rivelate dal ‘Wall Street Journal’, che ha citato fonti vicine al dossier.

Dal ministero dell’Economia di Parigi fanno trapelare che “lo Stato francese segue con attenzione e apertura le discussioni avviate tra Fca e Psa” e, si sottolinea da Bercy, “sarà particolarmente vigile sulla nuova governance del nuovo insieme e sulla preservazione degli interessi patrimoniali della Bpi”, la banca pubblica transalpina che detiene una quota in Psa. “Lo Stato francese sarà particolarmente vigile sul mantenimento dell’insediamento industriale e sulla conferma dell’impegno del nuovo gruppo sulla creazione di una filiera industriale europea delle batterie” in vista della crescente importanza della produzione di vetture elettrificate.

Le discussioni in vista di una fusione “sono la testimonianza del successo della ristrutturazione di Psa, con il sostegno dello Stato e poi della Bpi, sotto la guida di Carlos Tavares. Confermano il movimento di consolidamento mondiale dell’industria automobilistica che è necessario e nel quale la Francia vuole recitare un ruolo da protagonista” aggiungono da Parigi.

Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, è cauto sull’operazione. “Stiamo osservando quello che accade. E’ una operazione di mercato e, ovviamente, credo in questo momento di non rilasciare dichiarazioni”.

L’ipotesi di una fusione tra i due gruppi, ricorda inoltre il quotidiano economico francese ‘Les Echos’, ”non è una novità. I due patron, Carlos Tavares e Mike Manley, hanno già confermato che avrebbero studiato la possibilità di partnership che avrebbero avuto un senso” a livello industriale. A marzo si erano incontrati al Salone auto di Ginevra ma, ricorda il quotidiano, ”la questione delle potenziali spartizioni di chiusure di fabbriche tra la Francia e l’Italia erano dei temi delicati”. Dunque, tutto è possibile.

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