Introdotta con la manovra di bilancio 2018, ha l’obiettivo di combattere l’evasione fiscale. Per l’invio e la ricezione si può utilizzare la PEC
Finora è stata utilizzata solamente da quelle aziende e quei professionisti che hanno rapporti di collaborazione – come fornitori di servizi o come consulenti – con gli enti della Pubblica Amministrazione. Tra non molto, invece, la fattura elettronica vedrà ampliare il proprio raggio d’azione, diventando obbligatoria anche tra privati.
Il cronoprogramma per l’entrata in vigore della fatturazione elettronica tra privati è stato inizialmente stabilito dalla Legge di Bilancio 2018, ma successivamente modificato (nel giugno 2018) per posticiparne l’adozione. Dal 1 settembre 2018 la fatturazione elettronica sarà attiva per i cosiddetti tax free shopping, mentre dal 1 gennaio 2019 diventerà obbligatoria per tutti i possessori di partita IVA (esclusi i contribuenti nel regime forfettario e del regime dei minimi) e per le imprese attive nel settore settore della cessione di benzina e gasolio (anche se, inizialmente, per questa categoria era prevista l’adozione dal 1 luglio 2018).
Come funziona la fatturazione elettronica tra privati
Pur trattandosi di una svolta epocale, messa in atto nel tentativo di combattere l’evasione e l’elusione fiscale, la fatturazione elettronica tra privati non cambierà di molto le abitudini di professionisti, aziende e cittadini. La fattura, anziché essere emessa in maniera cartacea, sarà spedita in formato digitale, seguendo e rispettando le linee guida stabilite dall’AgID.
La fatturazione elettronica tra privati, nello specifico, seguirà le stesse procedure già utilizzate per la FatturaPA, la fatturazione elettronica impiegata da tempo dalla Pubblica Amministrazione. Cambierà il modello di file da compilare per emettere fattura elettronica, ma per gli utenti finali le procedure saranno pressoché immutate. Utilizzando uno dei tanti software per fatturazione elettronica oggi disponibili, per inviare la fattura basterà inserire il codice identificativo del destinatario, composto da 7 cifre e assegnato dallo SdI nel momento in cui ci si iscrive come fornitore PA, e il gioco è fatto.
Nel caso in cui il destinatario non abbia il codice identificativo SdI, si dovrà inserire il suo indirizzo PEC nel campo “PECDestinatario”: la fattura elettronica sarà allegata a un messaggio di posta certificata e dovrà essere correttamente archiviata e conservata per i canonici 10 anni.