Fase 2, lo Spallanzani avverte: “Attenzione a questi due settori”

Il direttore dello Spallanzani ha lanciato un appello in vista delle nuove riaperture di lunedì 18 maggio

Spostamenti consentiti e vietati: cosa cambia dal 18 maggio

 

Francesco Vaia, il direttore sanitario dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani, ha lanciato un appello in vista dell’ulteriore allentamento delle restrizioni di lunedì 18 maggio.  Vaia ha dichiarato: “In questa seconda fase guai a tornare indietro con l’attenzione alle misure igieniche e di distanziamento che abbiamo messo in campo fino ad oggi, sarebbe un delitto perché è un momento delicatissimo. È importante riaprire ma occorre farlo con cautela osservando il massimo della precauzione”.

Poi Vaia ha fatto un focus su due ambienti particolarmente a rischio: “Credo che sia necessario porre attenzione a due settori in particolare, la scuola e i trasporti. Sono oggi fonte di preoccupazione per la comunità e metterli in sicurezza da un punto di vista strutturale e di risorse umane, significa prevenire i rischi che potranno manifestarsi a settembre con la riapertura delle scuole”.

Commentando i dati del Lazio, in cui i casi di coronavirus sono in calo, Vaia ha affermato che “è anche merito dei cittadini che si sono applicati con serenità e severità nel rispettare le regole. Hanno capito che applicando le misure varate dal Governo i risultati sarebbero arrivati“.

Il direttore sanitario dello Spallanzani ha poi lodato anche i media per aver trasmesso le informazioni sul coronavirus dando il giusto peso ai dati positivi. “Ecco, queste interconnessioni tra cittadini, professionisti della comunicazione e il grande lavoro degli operatori sanitari, hanno salvato Roma e il Lazio”, ha sottolineato Vaia.

Stando a quanto riferito dai medici allo Spallanzani sono ricoverati “104 pazienti, di cui 57 positivi al Covid-19 e 47 sottoposti ad indagini”. Dei positivi, 9 “necessitano di supporto respiratorio. I pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali sono 436”.

Vaia ha ripercorso le fasi dell’epidemia in Italia partendo da quando il 29 gennaio fu ricoverata la coppia di cinesi. “Abbiamo isolato il virus e capito quale era la terapia più giusta per aggredirlo, stiamo sperimentando dei farmaci e la terapia del plasma da donatore”, ha rivendicato il direttore.

“Poi c’è il lavoro sul vaccino ‘made in Italy’ che stiamo portando avanti. Ci siamo accorti che la popolazione più colpita è quella degli anziani e ci siamo ripromessi che nessuno resterà indietro e a tutti deve essere data la possibilità di cura”, ha quindi concluso Vaia.

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