Fase 2, Gimbe: “Riaperture basate su dati 2-3 settimane fa”

Nella settimana 28 maggio-3 giugno sono stati registrati “la costante riduzione del carico su ospedali e terapie intensive, e l’ulteriore rallentamento di contagi e decessi”. Lo conferma il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe che pero’ esclude una minore gravita’ del Covid-19 e invita a non abbassare la guardia perche’ le improrogabili riaperture si basano su dati relativi alle 2-3 settimane precedenti. Non solo: “continua a mancare un sistema di monitoraggio univoco tra le regioni”. Gimbe sottolinea che i dati relativi al periodo 18 maggio-3 giugno dimostrano che la percentuale dei tamponi diagnostici positivi, seppur in riduzione, rispetto alla media nazionale (1,48%) e’ ancora elevata in Liguria (4,3%), Lombardia (3,83%) e Piemonte (2,69%). Per quanto riguarda la riapertura dei confini internazionali – spiega il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta – “non e’ nota alcuna valutazione del rischio da persone provenienti dai Paesi dell’area Schengen e del Regno Unito”. E aggiunge: “La comunicazione istituzionale si e’ notevolmente indebolita, alimentando un senso di falsa sicurezza che puo’ influenzare negativamente i comportamenti delle persone”.

“Dai dati disponibili – spiega il presidente di Gimbe Cartabellotta – emergono tre ragionevoli certezze: innanzitutto, il via libera del 3 giugno e’ stato deciso sulla base del monitoraggio relativo a 2-3 settimane prima; in secondo luogo l’attitudine alla strategia delle 3T e’ molto variabile tra le Regioni e non esistono dati sistematici sugli screening sierologici; infine, rispetto al battage mediatico della fase 1, la comunicazione istituzionale si e’ notevolmente affievolita”.

 

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