F1, Gp Usa e il tuffo di Hamilton

‘Raggiungere il mito Ayrton Senna’, così si riprometteva a inizio stagione Lewis Hamilton, cresciuto molto rapidamente con il sogno di emulare il suo campione preferito. E ce l’ha fatta a Austin, nel GP USA, con tre gare di anticipo, prendendo di forza il comando della gara alla prima staccata, costringendo all’esterno il compagno rivale Nico Rosberg. Senza aver realmente provato le gomme slick le monoposto si allineavano per la gara sotto una fastidiosa acquerugiola con gomme intermedie. Quando la pista si sarebbe asciugata era il vero dilemma considerando anche che le monoposto erano state schierate con assetti da bagnato. L’ingresso della vettura di servizio ha danneggiato prima l’uno poi l’altro, ma quando le cose si sono chiarite in cinque sono rimasti a lottare, le due Mercedes, le due Red Bull e la straordinaria Ferrari i di Vettel, dopo che Raikkonen era finito a muro danneggiando la presa di raffreddamento del freno posteriore. Al comando era passato Rosberg seguito dal compagno Hamilton, mentre Vettel pian piano si inseriva tra le Red Bull. Solo a pochi giri dalla fine Rosberg ha una esitazione in un cambio marcia e perde quell’attimo sufficiente a ridare il comando della gara al compagno Hamilton. Così è finita la gara, con la ventesima doppietta delle Mercedes, con Hamilton campione del mondo per la terza volta, con Vettel ancora sul podio dopo essere partito dalla tredicesima posizione.   della gara, e il russo Kvyat fino a quando è riuscito a restare in pista. Le Red Bull inauguravano un inedito musetto copiato da quello delle Mercedes, e anche le Ferrari portavano al debutto un’aerodinamica ancor più avanzata.

 

Circa Roberto Cristiano

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