Expo 2015, Sala condannato a 6 mesi. Lui: “Resto sindaco di Milano”

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, ex ad di Expo 2015, è stato condannato a sei mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria di 45mila euro, nel processo in cui era imputato per falso materiale e ideologico per la presunta retrodatazione di due verbali con cui, nel maggio del 2012, sono stati sostituiti due componenti della commissione di gara per l’assegnazione del maxi appalto per la Piastra dei servizi.

I giudici della decima sezione penale, presieduta da Paolo Guidi, al termine della camera di consiglio durata circa due ore, hanno accolto in parte la tesi accusatoria che aveva chiesto una pena a un anno e a un mese di reclusione. Questo “non produrrà effetto sulla mia capacità di essere sindaco”, dice il primo cittadino lasciando l’aula del tribunale di Milano. “Sono resistente”, aggiunge piuttosto amareggiato.dell’Esposizione Universale del 2015.

“Voglio garantire i milanesi, il mio lavoro di sindaco prosegue”. Sono le prime parole pronunciate dal primo cittadino di Milano uscendo dall’aula di tribunale, contrariato per la sentenza di condanna. “Sono una persona forte”, ha poi aggiunto. “mi vien da pensare che sono una persona resistente – ha aggiunto Sala – e attingerò a queste risorse per riuscire ad andare avanti”. “Una sentenza del genere dopo 7 anni credo che allontanerò tanta gente perbene dalla gestione della cosa pubblica”, conclude Sala, “oggi qui si è processato il lavoro e io di lavoro ne ho fatto tanto”.

Sala era imputato per falso materiale e ideologico: secondo la ricostruzione dei sostituti procuratori Vincenzo Calia e Massimo Gaballo, in veste di amministratore delegato della società Expo avrebbe sottoscritto, nel maggio 2012, due verbali che, in precedenza, erano stati retrodatati. Un’operazione che, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, si era resa necessaria per sostituire nel più breve tempo possibile due commissari, Livio Acerbo e Carlo Molaioli, nel frattempo risultati incompatibili a ricoprire quell’incarico perché privi di alcuni requisiti richiesti dalla legge.

Assolti, invece, gli altri tre imputati: Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde accusato di turbativa d’asta sulla gara d’appalto; Angelo Paris, ex manager di Expo e presidente della commissione aggiudicatrice accusato di tentato abuso di ufficio e Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani, accusato del reato di tentato abuso di ufficio.

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