Europee tra inclusi ed esclusi

Partiamo dal progetto di Green Italia, lista ambientalista a marchio Verdi esclusa dalle elezioni perché non  è stata riconosciuta l’esenzione dalle firme, e pertanto resta a terra Fabio Granata, già consigliere ed assessore alla Regione siciliana, poi deputato e spalla di Gianfry, ovvero Gianfranco Fini. Entra invece Nicola Caputo, produttore di vino, oggi tutor del renzismo. Farà il portatore, non di vino ma d’acqua, ovvero di voti da far confluire sulla capolista Pina Picierno. Da consigliere regionale aveva trionfato e doveva arrivare in Parlamento,  ma incappò in una indagine per truffa e peculato. Quindi venne scartato per le Politiche. E’ ancora sotto inchiesta ma risorge per le europee essendo una damigiana non di vino ma di voti. Impallinato invece in Forza Italia Sergio Berlato perché cacciatore convinto. Ha tre mandati al parlamento europeo, il primo con An, gli altri con il Pdl. Punto fermo in Veneto per Silvio Berlusconi è stato scaricato insieme ad i suoi 60.000 voti. Il Berlusca, forse su consiglio della Brambilla e della Pascale,  lo ha depennato. Sul filo del rasoio è stato accettato e candidato da Fratelli d’Italia attraverso una via diretta a firma La Russa. Il grande scontento sarà, forse, Antonio Di Pietro visto che intervistato da Luca De Carolis aveva affermato: “Mi candiderò alle Europee perché voglio riportare l’Idv in tutte le istituzioni”. Ma l’Idv ha detto no. Non potremo quindi osservarlo in corsa per Strasburgo. E’ questa l’Italia dei valori. Il valore di dire no al suo  fondatore ed ex leader…

 

 

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