Euro contraffatti: l’80% sono made in Napoli

Sono noti in tutto il mondo come ‘Napoli Group’. Sono considerati i migliori: la loro arte è copiata ed esportata in tutto il mondo. I loro laboratori si trovano nelle province di Napoli e Caserta. Il nome potrebbe pensare ad una griffe ma si tratta del gruppo di falsari più importante al mondo.

Come spiega il colonnello Francesco Ferace, al comando dell’Afm, che sta per Anti falsificazione monetaria, assieme ai suoi uomini combatte quotidianamente la guerra ai falsari di banconote, monete, carte di credito, marche da bollo e documenti di identità.

“Nel nostro Paese, segnatamente nelle province di Napoli e Caserta – spiega Ferace all’Agi – agisce storicamente un gruppo di falsari ‘professionisti’ responsabili dell’80% della falsificazione a livello mondiale. Non significa che tutte o quasi tutte le banconote false prodotte nel mondo vengano prodotte materialmente in quell’area: ma tipo di contraffazione, architettura, procedimenti seguiti sono di ‘scuola’ napoletana e casertana”.

“Negli anni – ricorda – abbiamo scoperto e chiuso un numero infinito di stamperie, zecche clandestine, laboratori e centri di produzione ma ogni giorno è una nuova sfida”. Si tratta di gente abilissima, temibile e pericolosa ma nonostante l’altissimo livello di falsificazione “non potrà mai raggiungere la perfezione”.

I pezzi più falsificati sono i 20 e 50 euro ma sono  clonati” anche pezzi da 5, da 10, da 100, da 200 e da 500. Tempo fa un gruppo di falsari aveva pensato anche ad una banconota da 300 euro da utilizzare nei mercati dell’Europa del Nord: purtroppo, per loro, un taglio inesistente. Questo fenomeno, però, nonostante gli uomini dell’Afm non si arresta. I dati sono emblematici come conferma anche Bankitalia: dopo il calo del 2015 e del 2016, seguito al picco del 2014, nel 2017 il numero di banconote false tolte dalla circolazione è cresciuto del 10% rispetto all’anno precedente (e del 17,1% nel secondo semestre rispetto al primo). Sono state ritirate, in tutto, 161.572 pezzi per lo più da 20 (il 44,53%) e da 50 (il 42,74%).

Ma non ci sono solo le banconote. Anche le monete hanno il loro mercato del falso. “Le favorite dai professionisti della contraffazione sono quelle da 1 e 2 euro, ma due settimane fa abbiamo neutralizzato a Pavia una zecca che produceva pezzi da 50 centesimi. Per la prima volta in Europa – ricorda Ferace – abbiamo documentato il coinvolgimento nel circuito della falsificazione di monete di gruppi criminali cinesi: anche da altre indagini è emerso il ruolo di ‘cartelli’ comprendenti anche napoletani, siciliani e ghanesi che producevano queste monete a Shangai per esportarle in tutta Europa. È stato intercettato un carico di circa 600 mila euro in monete da 2 euro falsificate benissimo”.

I carabinieri dell’Afm lottano anche contro la clonazione delle carte di credito e alla falsificazione di documenti (carte di identità, patenti, passaporti e permessi di soggiorno, altra ‘specialità’ dell’area campana). Attualmente, il fenomeno più allarmante, secondo Ferace , è “sicuramente quello dei falsi valori bollati: ne gira un numero impressionante in ambito giudiziario, fra le motorizzazioni civili, nel mondo delle agenzie di pratiche auto e moto”.

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