Maria Elena Boschi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, durante una intervista nella trasmissione ''Porta a Porta'' in onda su Rai Uno, Roma 6 dicembre 2017. ANSA/FABIO FRUSTACI

Etruria e Boschi: ‘Non mi dimetto’

‘Mai fatta alcuna pressione, di nessun tipo. Parlare del sistema bancario, compresa Banca Etruria, come successo con Vegas, Ghizzoni o altri esponenti delle istituzioni o del settore bancario non vuole dire certo fare pressioni. Si usano il mio nome e la vicenda di Banca Etruria per non parlare dei veri scandali del sistema bancario italiano, delle lacune della vigilanza, delle responsabilità dei manager’, dice, intervistata da Repubblica, il sottosegretario Maria Elena Boschi che  si difende dalla bufera scoppiata dopo l’audizione del presidente Consob Giuseppe Vegas in Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche.

Giuseppe Vegas che, ormai alle sue ultime ore sulla poltrona di presidente della Consob, ha rivelato a deputati e senatori della bicamerale di aver incontrato a suo tempo l’allora ministra per parlare di Banca Etruria.

 

Della questione Banca Etruria ho avuto modo di parlare con l’allora ministro Boschi, ha spiegato Vegas ai commissari, sottolineando che quest’ultima espresse un quadro di preoccupazione perché a suo avviso c’era la possibilità che Etruria venisse incorporata dalla Popolare di Vicenza e questo era di nocumento per la principale industria di Arezzo che è l’oro.

Lo scambio Vegas-Boschi si dipanò in due o tre incontri tra Roma e Milano, fra aprile e maggio 2014. Incontri durante i quali, però, il presidente della Consob ha assicurato che non arrivò alcuna pressione, ma solo un’esposizione dei fatti: ‘Il ministro Boschi mi ha illustrato una situazione che riteneva inadeguata rispetto al possibile matrimonio di Etruria con Vicenza, ma non mi ha chiesto nessun intervento, né avrebbe potuto chiedermelo’. E in un’occasione Boschi fece sapere a Vegas che il padre sarebbe diventato vice presidente di Banca Etruria. Le parole e le precisazioni di Vegas non sono tuttavia bastate a convincere le opposizioni che si trattasse, come ha detto il numero uno della Commissione, di cosa normalissima il fatto che un parlamentare si interessi della sua costitutency (collegio elettorale).

La reazione delle opposizioni non si è fatta attendere. Così mentre gran parte dell’audizione ha girato intorno al nodo banca Etruria, anche fuori della Commissione le polemiche non hanno tardato a scatenarsi. ‘Ufficiale: Boschi si è occupata di Banca Etruria. Più di una volta. Contrariamente a quanto detto al Parlamento il 18 dicembre 2015 ha mentito al Parlamento condizionando il voto sulla sua sfiducia’,  ha twittato Carlo Sibilia, membro del M5S della commissione. E di conseguenza il candidato premier dei 5 stelle Luigi Di Maio ha chiesto in un video le dimissioni del sottosegretario.

Ora la Boschi abbia almeno il buon gusto di dimettersi, ha dichiarato in una nota Massimiliano Fedriga, capogruppo alla camera della Lega. La risposta di Boschi non si è fatta attendere e sempre a colpi di ‘social’ si è difesa dicendo su Fb di non aver mentito né di aver mai esercitato pressioni.

E soprattutto di non avere alcuna intenzione di dimettersi. E il Pd ha fatto quadrato. A partire dal segretario Matteo Renzi che in serata ha definito legittimo l’incontro tra Vegas e Boschi aggiungendo di essere sconvolto dal fatto che questo tema sia un’arma di distrazione massa. In questi anni nelle banche ci sono state ruberie, furti e latrocini ad ogni livello, acquisizioni che gridano vendetta, un sistema che non ha funzionato e invece da due anni i media parlano quasi e e esclusivamente di Banca Etruria.

Concludere qua quest’esperienza mi ha dato una gioia particolare, ha detto con una punta di ironia Vegas al termine di un’audizione durata quasi sei ore. Audizione durante la quale il presidente della Consob ha toccato anche il tema dei rapporti con la Banca d’Italia, uno dei nodi fondamentali emersi fino ad oggi in tutte le vicende dei crac bancari esaminati della commissione di inchiesta.

Se in alcuni casi Via Nazionale non fornisce a Consob determinate informazioni ‘fa il suo dovere e fa bene’ visto che ha come obiettivo quello della stabilità, ha spiegato ai commissari che mettevano in evidenza le falle di comunicazione tra le due autorità di vigilanza proprio su Etruria. Alla Consob arriva solo nel 2016 il rapporto ispettivo completo del 2012 e la nota di sintesi che Banca d’Italia gli trasmette a fine 2013, quando oramai i bond subordinati poi azzerati sono stati collocati, non contiene tutti i rilievi e i vertici di Arezzo non lo dicono. La nota stampa e il prospetto sono così incompleti e i risparmiatori non sono informati e per questo la Commissione erogherà sanzioni nel 2017. Del resto, come ha precisato il presidente della Consob, è lo stesso sistema legislativo italiano che privilegia la stabilità. E questo fatto è stato anche messo a fuoco nei mesi scorsi dall’ultima indagine conoscitiva sul sistema bancario italiano, condotta dalla Commissione permanente Finanze e Tesoro del Senato, le cui conclusioni hanno rilevato che il giusto bilanciamento tra stabilità e trasparenza compare in cima alle priorità. In ogni caso nelle due ore e mezzo che hanno preceduto l’audizione di Vegas, il vice direttore generale Giuseppe D’Agostino ha assicurato che la collaborazione tra Consob e Banca d’Italia ha fatto passi da gigante.

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