ESCLUSIVA Deputato tunisino: “La nostra rivoluzione ha funzionato grazie alla nostra storia”

In vista della visita ufficiale di Beji Caid Essebsi , presidente della Repubblica tunisina, Progetto Italia News ha intervistato in esclusiva il deputato Mondher Bel HaJ Ali

– Onorevole, la Tunisia è l’unico paese del Nord Africa che è riuscito a cogliere i frutti positivi della ‘Primavera Araba’, gettando le basi per lo sviluppo democratico del Paese, perché?

“Credo non ci sia più una primavera araba ma ormai solo una primavera tunisina. Credo che ci sono delle ragioni semplici se la rivoluzione ha funzionato solo da noi. Innanzitutto direi che il motivo principale sono gli oltre 3mila anni di storia del nostro Paese. Si può destabilizzare uno Stato ma non una storia. Se sparisce tutto nel nostro Paese e rimane solo una coppia, questa ricostruirà la Tunisia. Poi aggiungerei altri due fattori importanti; il popolo e l’educazione. Mentre gli altri paesi correvano agli armamenti noi abbiamo impegnato le nostre risorse e le nostre capacità per costruire scuole e università. Il nostro Paese ora è un grande cantiere aperto che mira ad un futuro migliore per tutti i tunisini”.

– A che punto siamo?

“La classe dirigente ha capito come sviluppare una nuova legislazione e una nuova Costituzione per realizzare il sogno della rivoluzione che ha come primo punto la sovranità popolare e le libertà individuali. C’è stato anche un tentativo dopo la rivoluzione, da parte di alcuni movimenti, di islamizzare il Paese ma i Tunisini hanno detto no”.

– Oltre al processo di democratizzazione del Paese cosa si sta facendo?

“Dopo aver redatto la nuova Costituzione, partendo dall’introduzione del suffragio universale, stiamo decentralizzando le funzioni amministrative. Questa in pratica è la realizzazione dell’articolo 7 della nostra Costituzione. Da qui ad un anno circa procederemo alle prime elezioni municipali e regionali della storia della Tunisia. Stiamo lavorando anche ad un processo di snellimento dell’apparato burocratico del Paese per agevolare gli investimenti e lo sviluppo economico. Come ho già detto siamo un cantiere in pieno sviluppo e anche la scelta dei nostri partner commerciali si deve fare adesso”.

– L’evento celebratosi da voi lo scorso novembre dal nome ‘Tunisi 2020’ era finalizzato anche a questo?

“Si, era finalizzato alla programmazione futura del nostro Paese e per sottolineare ancora una volta che la Tunisia sta mettendo in pratica quello che è stato scritto nella Costituzione. In queste settimane stiamo scrivendo e votando varie leggi improntate allo sviluppo economico del nostro Paese, per agevolare la realizzazione di progetti in tal senso, sostanzialmente per snellire drasticamente la burocrazia”.

– Questo avrà secondo lei un’influenza positiva anche nella lotta al terrorismo?

“Indubbiamente. Migliorare le condizioni economiche di un paese è fondamentale per combattere il terrorismo. E credo che l’altra arma vincente sia la cooperazione tra i paesi; il terrorismo non si vince da soli”.

– Giovedì ci sarà la visita ufficiale del presidente della Repubblica tunisina in Italia

“Questa visita ufficiale in Italia è la prima di un presidente tunisino democraticamente eletto. Non è compito mio dire ufficialmente se l’Italia è tra i partner commerciali preferiti della Tunisia ma per quanto mi riguarda considero il vostro Paese un amico e, viste le dimostrazioni pregresse di affinità tra i due paesi, l’Italia non ha più bisogno di dimostrare la propria amicizia con la Tunisia, lo ha già ampiamente fatto nei decenni passati”.

di Luca Teolato

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