Ennio Morricone dice addio al cinema: “I tempi sono cambiati, ormai dilettanti e sintetizzatori”

“Il mio prossimo record quale sarà? Quello di non fare più musica per il cinema, salvo per Giuseppe Tornatore”: così il maestro Ennio Morricone, 90 anni, annuncia il suo addio al cinema in occasione del premio ‘Presidio culturale italiano’ consegnatogli dal ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli.

Due premi Oscar, sessant’anni di carriera e le idee ben precise: “Voglio fare musica che non sia per il cinema. Ho già scritto una messa e un concerto per due pianoforti e archi. Insomma, voglio continuare a fare quello che ho sempre fatto, la musica assoluta, io la chiamo così”.

Durante la premiazione ha poi raccontato del suo lavoro: “Non deve essere un lavoro duro altrimenti è una sofferenza, ma deve essere una gioia esprimere le proprie idee e imporre la musica al regista. Se le idee non corrispondono, si deve trovare un compromesso con il regista ma deve essere a vantaggio mio”.

Rispetto al suo modo di comporre aggiunge: “Il film aiuta molto. C’è una regola che ho stabilito: se c’è una buona musica e il film è brutto, va male perché la musica comunque non fa miracoli. Mentre se c’è un bel film e la musica è mediocre, il film va bene. L’ideale è quando un bel film ha una bella musica. Io cerco di educare il regista a stare attento al suono”.

Ma è quando si parla delle nuove generazioni e del futuro delle colonne sonore nel cinema il maestro si esprime senza mezzi termini: “Ora i tempi sono cambiati, non c’è lavoro e spesso per le colonne sonore si chiamano i dilettanti che magari usano anche i sintetizzatori. Mio figlio è bravissimo ma non lavora quanto ho lavorato io perché non c’è lavoro. Oggi è difficile che un compositore faccia una musica originale, tranne quando si tratta di un regista importante che non accetta questo dal produttore”.

Due premi Oscar, sessant’anni di carriera e le idee ben precise: “Voglio fare musica che non sia per il cinema. Ho già scritto una messa e un concerto per

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