Emergenza migranti: fermare l’indifferenza per non diventare complici
Redazione
17 Maggio 2025
Politica
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Di fronte all’ennesima tragedia del mare a Lampedusa, registrata in questi giorni, non si può tacere. Davanti ai corpi di due bambini di appena tre o quattro anni, morti di sete e di fame durante la traversata, e al dolore dei sopravvissuti, ci si deve chiedere dove sia finita l’umanità, dove sia la coscienza dell’Europa, dove siano le risposte della politica. |
Nei giorni scorsi, 57 migranti sono stati soccorsi al largo di Lampedusa dalla nave Nadir dell’organizzazione ResqShip. Tra loro 13 donne e 2 minori, originari di Gambia, Ghana, Niger, Sierra Leone, Nigeria e Togo. Con loro, purtroppo, anche tre corpi: due bambini e una terza persona adulta deceduta nonostante i soccorsi. I superstiti hanno raccontato di essere partiti da Zawiya, in Libia, pagando 1.500 dollari a testa. In balia del mare, senza acqua né cibo per giorni. E ancora un disperso: un uomo gettatosi in mare nel tentativo disperato di cercare sollievo dal caldo, inghiottito dalle onde. |
Questa è solo una delle tante notti di sbarchi a Lampedusa. Altre 236 persone sono arrivate su tre imbarcazioni partite dalla Libia: donne, bambini, uomini in fuga dall’orrore, dalla fame, dalla guerra. Eppure, ancora oggi, l’Europa risponde con politiche frammentate, muri, respingimenti, omissioni. |
Don Bosco 2000 lancia un grido d’allarme: non si può continuare a gestire così l’emergenza migranti. Non si può pensare di risolvere tutto con gli hotspot saturi o i trasferimenti improvvisati. Non si può tollerare che si muoia di sete nel Mediterraneo. |
Serve un cambio di paradigma. Serve un’azione politica strutturata, fondata sulla solidarietà, sull’accoglienza, su vie legali e sicure di accesso. Non possiamo restare spettatori. In questo contesto, l’indifferenza è favoreggiamento e la disumanità diventa crimine. |
“Non possiamo più permettere che il Mediterraneo diventi un cimitero” chiosa Agostino Sella Presidente di Don Bosco 2000. “La nostra associazione – continua Sella – da anni impegnata sul fronte dell’integrazione, della cooperazione internazionale e del supporto ai migranti, chiede alle istituzioni italiane ed europee di assumersi fino in fondo la responsabilità di politiche umane, lungimiranti, rispettose della dignità di ogni persona”. |
È tempo di costruire ponti, non muri. È tempo di salvare vite, non di contarne le perdite. |