Christian Democratic Union CDU party leader and German Chancellor Angela Merkel, center, gives a statement on first exit polls in the German general election in Berlin, Germany, Sunday Sept. 24, 2017. (Pawel Kopczynski/Pool Photo via AP)

Elezioni in Germania: vince Merkel, ma arretra. Volano i populisti. Crolla l’Spd

 

Angela Merkel vince, ma prende una batosta. Volano i populisti di Afd. Crolla l’Spd. E i liberali tornano in Parlamento. E’ questo l’esito delle elezioni in Germania. La cancelliera non ha nascosto un po’ di delusione: ‘Speravamo in un risultato migliore, è ovvio, ma non dobbiamo dimenticare che abbiamo alle spalle un periodo molto intenso e faticoso. Per questo ritengo che gli obiettivi strategici che ci siamo posti li abbiamo raggiunti. Siamo la forza maggiore  abbiamo l’impegno e la responsabilità di creare un governo e non ci sottrarremo a questa responsabilità’. Ha definito poi l’ingresso dell’Afd in Parlamento una grande sfida. Vogliamo che i loro elettori tornino a noi. Vogliamo riprenderci gli elettori ascoltando le loro preoccupazioni e le loro paure anzitutto facendo buone politiche. Tra queste, ha enunciato Merkel, la lotta all’immigrazione illegale.

In particolare, avrà 87 seggi in Parlamento l’Afd, la Cdu-Csu la maggioranza dei seggi, e cioè 220, e i socialdemocratici 137. Rispetto al 2013, la Cdu ha visto un calo dell’8,2%, l’Spd ha segnato un -4,9, Afd vede un +8,5%, Fdp +5,3%, Verdi +0,8% e Linke +0,3%.

‘È una pesante sconfitta per l’SPD, oggi finisce per noi la grande coalizione’, ha detto Manuela Schwesig, una delle esponenti di spicco dell’SDP, alla ZDF.  Annunciando che andranno all’opposizione.

 ‘Un giorno difficile e amaro per la socialdemocrazia’,  ha commentato Martin Schulz. Abbiamo mancato l’obiettivo:  ‘Con oggi finisce la nostra collaborazione con la Cdu, Csu, la Spd andrà all’opposizione. Queste sono ore difficili e amare, ma l’Spd difenderà il Paese dall’estrema destra, questo è il nostro compito’, ha assicurato Schulz che nonostante la storica sconfitta,  vuole rimanere leader dell’SPD all’opposizione.

‘Ce l’abbiamo fatta, siamo nel Bundestag e cambieremo questo Paese’, afferma nella prima dichiarazione  il co-leader di Afd, Alexander Gauland. Il fatto che siamo il terzo partito più forte, ha proseguito Gauland,   significa che daremo la caccia al governo, daremo la caccia alla Merkel o a chiunque altro. E ci riprenderemo il nostro Paese e la nostra nazione.

I liberali festeggiano il ritorno in Parlamento.  ‘La scorsa legislatura è stata la prima in cui i Liberali non sono stati presenti in Parlamento, e sarà anche l’ultima’, ha detto il leader dei Liberali Chrstian Lindner, alla sede dell’FDP, parlando alla folla esultante dei suoi colleghi di partito e degli elettori.

I Verdi già avvertono che i colloqui per il governo saranno difficili.  ‘Ci saranno colloqui difficili, faremo soltanto quello in cui crediamo’, ha detto la candidata di spicco dei Verdi, Catrin Goering-Eckardt, commentando il risultato del partito e la prospettiva di colloqui per una possibile coalizione ‘Giamaica’ con Unione (Cdu-Csu) e liberali.

Alla luce dei risultati di oggi, gli scenari possibili sono due:  la Grosse Koalition, che però l’SPD ha già escluso, affermando di voler andare all’opposizione, o la cosiddetta Giamaica, costituita da Unione Liberali e verdi.

Dopo la mezzanotte è arrivato il tweet di Emmanuel Macron per congratularsi con Angela Merkel. Ho telefonato ad Angela Merkel,  ha scritto il capo dello stato francese, -proseguiamo con determinazione la nostra essenziale cooperazione per l’Europa e per i nostri paesi.

Angela Merkel è chiaramente più debole. I socialdemocratici sono al minimo storico, si può discutere se siano ancora un ‘Volkspartei’, e cioè un grande partito popolare. E per la prima volta dal dopoguerra un partito di destra oltranzista e populista fa il suo ingresso al Bundestag, affermandosi come terza forza del Paese. La scossa violenta arrivata dal voto rende la Germania obiettivamente più complessa, ma anche più uguale agli altri partner europei. La diga anti-populista e anti-nazionalista non ha retto e sulle cause delle falle che si sono aperte non mancheranno discussioni e polemiche. ‘Colpa mia? Io sono la cancelliera federale e sono sempre responsabile di quello che accade’, si è schermita Merkel.

Il terremoto populista non rende però la Germania ingovernabile: starà ora alla responsabilità dei cinque partiti tradizionali, che da tempo provano a metter su un cordone di sicurezza contro la crescita degli estremisti, trovare la quadra per dare vita ad una coalizione in grado di portare avanti per i prossimi quattro anni la locomotiva d’Europa. La discussione sulle coalizioni è cominciata subito dopo la chiusura dei seggi, alla cosiddetta Berliner Runde, un giro di tavolo tra i leader di partito, trasmessa dalla ZDF.

Due sono quelle possibili, se non si ricorrerà a una soluzione di minoranza: la Grosse Koalition, che Martin Schulz ha però subito escluso annunciando di andare all’opposizione; e quella non proprio facile detta ‘Giamaica’, cioè l’intesa tra l’Unione, i Verdi  e liberali. La cancelliera non si è lasciata affatto impressionare da uno dei risultati peggiori  ottenuti dal 1949 dal suo partito e che le costa anche il fuoco amico della Csu bavarese: ‘Un risultato molto deludente. Dobbiamo coprire il fianco offerto alla destra con decisioni chiare’, ha dichiarato Horst Seehofer.

 La clamorosa avanzata dell’Afd semina preoccupazione in tutto il paese: a poche ore dalla chiusura delle urne, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza a Berlino contestandoli al grido di ‘Nazisti maiali’, ‘Berlino vi odia’. Il boom dell’ultradestra xenofoba inquieta anche i principali gruppi ebraici tedeschi che esprimono allarme.

 Il capo del Congresso ebraico mondiale, Ronald Lauder ha definito l’Afd un movimento reazionario che ricorda il peggior passato della Germania. La giornata elettorale vede anche un altro vincitore: Christian Lindner, riuscito nell’impresa di riportare i liberali (usciti dal Bundestag nel 2013 e poi ridotti al 3%) in parlamento con un risultato a due cifre. ‘Non siamo terzo partito, come avremmo voluto. Ma siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità’, ha dichiarato Lindner.

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