Elezioni Francia: insulti nel dibattito tv Macron-Le Pen

Oltre due ore e mezza di trasmissione senza un vero filo conduttore, un incontro di pugilato, i conduttori incapaci di moderare i battibecchi. Mai un faccia a faccia per le presidenziali è stato così teso e incontrollabile. La sfida televisiva tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron è cominciata subito in rissa, con la leader del Front National che parte nei primi minuti all’attacco con accuse prevedibili sulla continuità tra Macron e il governo socialista. Le Pen si pone come sfidante del favorito, utilizza una strategia alla Trump: allude, insinnua, confonde. Si vede subito che ha cambiato strategia rispetto alle ultime apparizioni tv in cui cercava di mostrarsi pacata e pronta a governare. Questa volta ritira fuori la sua aggressività, si rivolge soprattutto al suo elettorato, senza cercare di parlare a nuovi elettori come di solito avviene in vista del ballottaggio.

Le Pen è in pressing continuo su Macron, che chiama a un certo punto ‘Hollande Junior’. Fa domande dirette al rivale, sghignazza quando lui risponde, con l’obiettivo di farlo innervosire e in parte ci riesce. Macron cerca comunque di mantenere la calma e pedagogo con il rischio di sembrare pedante, ‘arrogante’ come lo accusa Le Pen.

Le Pen parla per slogan per attaccare l’avversario. “Candidato della globalizzazione selvaggia”, “candidato dei poteri forti”. Lui risponde ricordando che è i Le Pen sono alle presidenziali da quarant’anni, che è una “ereditiera”, verso la fine la definisce anche “parassita del sistema”. “Comunque vada la Francia sarà governata da una donna: o me o Madame Merkel” dice la candidata Fn a proposito della presunta “sottomissione” del candidato di En Marche alla Germania. Oppure ancora

Macron-Le Pen, il dibattito tv fra i due contendenti per l’Eliseo diventa subito scontro: è stata Marine Le Pen ad aprire le ostilità alle prime parole. Emmanuel Macron ha capito all’istante che non era il caso di andare per il sottile e l’appuntamento per approfondire e confrontare i programmi è sembrato a tratti una rissa da talk-show.

‘Lei ha la freddezza del banchiere d’affari’, ha esordito Marine Le Pen, è il candidato della mondializzazione selvaggia, con un sorriso da passaporto e argomenti vergognosi.

Non avevo dubbi, lei signora Le Pen è la candidata dello spirito di ‘finesse’,  ha subito replicato Emmanuel Macron ribattendo colpo su colpo,  vedremo se i francesi vogliono il vostro spirito di sconfitta di fronte alla mondializzazione, alla lotta al terrorismo o il nostro spirito di conquista. Lei  è l’ereditiera di un nome, di un partito politico, di un sistema che prospera sulla rabbia dei francesi da tanti e tanti anni. Da 40 anni, noi abbiamo in questo Paese dei Le Pen candidati alle presidenziali. Di fronte a questo spirito di sconfitta, io sono portatore dello spirito di conquista francese: la Francia ha sempre avuto successo nel mondo, la sua lingua si parla in tutti i continenti. A fare la sua forza è la capacità di irradiare”.

Molto più a suo agio sui temi economici, fiscali e di politica industriale, Macron ha bacchettato in continuazione le osservazioni della Le Pen. Se lei ha la ricetta contro la disoccupazione,  ha detto Marine Le Pen,  perché non l’ha suggerita a Francois Hollande? E se invece non ce l’ha, perché si è candidato? Lei non dovrebbe essere candidato.

Lei non propone niente,  ha risposto Macron,  i francesi meritano meglio di quello che sta dicendo lei, meritano la verità. Entrando nel merito della vendita dell’operatore di telefonia SFR, Macron è salito di nuovo in cattedra riprendendo l’avversaria: cerchi, cerchi fra le sue carte, sta leggendo qualcosa che non corrisponde a quello di cui sta parlando. E’ triste, sta dimostrando la sua impreparazione.

 Marine Le Pen ha incassato, poi ha reagito: non giochi con me a professore e allieva, con allusione a una frase dello scambio del dibattito del 1981 fra Mitterrand e Giscard d’Estaing ma anche con colpo basso alla coppia Macron (Brigitte, la moglie, era professoressa nel liceo del giovane Emmanuel).

Il dibattito si è poi letteralmente incendiato sull’euro, con Macron ad irridere il progetto di doppia moneta allestito dalla Le Pen, che poi si è contraddetta più volte sui temi monetari e sul livello della disoccupazione negli anni Novanta.

Lei vuole distruggere il diritto del lavoro, vuole la precarizzazione generalizzata, ha attaccato Le Pen alludendo al progetto di riforma che figura nel programma dell’avversario: io sono la candidata del potere d’acquisto, lei è il candidato del potere di acquistare la Francia.

Sul terrorismo, Le Pen ha accusato Macron di lassismo, ribadendo la sua proposta di chiudere immediatamente le frontiere.

Non serve a niente, ha risposto Macron,   ancora una volta lei getta fumo negli occhi.

Chiusura in crescendo di attacchi, con la Le Pen che ha accusato Macron di essere andato a Berlino a prendere la benedizione di Angela Merkel.

Lei anche questa sera ha detto soltanto menzogne. E’ indegna, la Francia non merita questo, ha replicato a sua volta Macron.

 In generale, stando anche ai commenti sui social, la Le Pen è apparsa più determinata e aggressiva, ma c’è anche chi ha sottolineato che Macron ha giocando come il gatto con il topo, aspettando poi il momento giusto per assestare l’affondo.

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