Il 4 marzo si tornerà alle urne e tra il 28 e il 29 di questo mese i partiti dovranno presentare le liste dei candidati. La nuova legge elettorale, il Rosatellum bis, è un sistema elettorale ‘misto’, con una componente maggioritaria uninominale e una proporzionale plurinominale. Verranno, perciò assegnati 232 seggi alla Camera e 116 al Senato con il sistema uninominale e i restanti 386 e 193 rispettivamente a Montecitorio e Palazzo Madama con il proporzionale.

Le prossime elezioni si giocheranno nei collegi uninominali e la simulazione di questa settimana lo conferma. L’ultima Supermedia dei sondaggi YouTrend/Agi vede un significativo vantaggio della coalizione di centrodestra, che con il 37% ha circa 10 punti di vantaggio su entrambi gli inseguitori (Pd e alleati da un lato, M5S dall’altro).

Pur essendo una percentuale al di sotto del 40%, questo potrebbe comunque significare sfiorare la maggioranza assoluta dei seggi: secondo la simulazione di YouTrend, se vincesse in tutti i collegi contendibili (oltre a quelli in cui risulta già in vantaggio), il centrodestra potrebbe arrivare a quota 314 seggi complessivi alla Camera, e a quota 156 al Senato: sul filo della maggioranza assoluta. Ipoteticamente, lo stesso vale per le altre formazioni: se fossero Pd o 5 Stelle a balzare in testa nei sondaggi, la dinamica dei collegi uninominali li premierebbe in egual modo, consentendo il raggiungimento della maggioranza anche arrivando un pelo sotto la ‘soglia magica’ da tutti individuata al 40%.

Attualmente però le cose non stanno così. In particolare, la situazione del Pd, e dei suoi alleati,  è particolarmente difficile, e lo si vede proprio dall’analisi territoriale delle zone di forza. La mappa (virtuale) dei collegi uninominali previsti dal Rosatellum, infatti, disegna un’Italia divisa in tre: il Nord è dominato dal centrodestra, anche la Lombardia è interamente colorata di azzurro (con una sfumatura solo leggermente più ‘chiara’ a Milano, dove il centrosinistra storicamente è più forte che nel resto della regione); il Centro – le cosiddette ‘regioni rosse’ – restano un fortino del centrosinistra; il Sud si presenta invece a forma di caleidoscopio, dove nella maggioranza dei collegi il risultato è aperto – pur con una decisa prevalenza, anche qui, del centrodestra. Vediamo la situazione in particolare nel fortino delle ‘regioni rosse’: la situazione in queste regioni è da tenere d’occhio, perché praticamente è quasi solo qui che si concentrano gli unici collegi che il Pd può considerare come certi, e su cui può quindi piazzare candidati ‘blindati’.

La Toscana sembra ancora interamente un territorio favorevole al centrosinistra, pur con varie sfumature (nei collegi di Massa, Lucca e Grosseto, ad esempio, la situazione è un po’ più incerta). Così come vi sono varie sfumature anche in Emilia-Romagna: è vero che Pd e alleati dovrebbero essere in testa in linea generale, ma è altrettanto vero che la coalizione guidata da Renzi deve inseguire – e nemmeno con ottime chance – nei collegi di Fidenza, Piacenza e Rimini. Le Marche invece sono suddivise in collegi tutti contendibili, con però una distinzione abbastanza marcata tra i collegi più settentrionali (dove comunque il centrosinistra è davanti) e quelli meridionali (dove invece 5 Stelle e centrodestra sono più forti). Infine, ‘scricchiola’ anche l’Umbria, dove risultano contendibili tutti e tre i collegi della Camera e addirittura uno – quello di Terni – vede il centrodestra in lieve vantaggio.