Egitto, cinque ministri si dimettono. Sette morti e 600 i feriti negli scontri

L’opposizione egiziana ha dato l’ultimatum al presidente egiziano Mohamed Morsi: via entro domani, altrimenti sarà ‘disobbedienza civile’.  Intanto il bilancio degli scontri che stanno infiammando il clima del Cairo, è di sette morti e 600 feriti. “Deve lasciare il potere entro domani, alle 17”, questo è quanto  si legge in un comunicato dei Tamarod.

Cinque vittime si sono registrate ad Assiut, Beni Suef e Fayoum, a sud del Cairo; due nell’assalto al quartier generale dei Fratelli Musulmani. Una marea umana ha invaso il Cairo e tutte le regioni dell’Egitto per dire al presidente Mohamed Morsi, il primo dei Fratelli musulmani, ‘vattene’. Si è trattato delle manifestazioni più imponenti mai avvenute dalla caduta di Mubarak nel 2011: secondo fonti dell’opposizione, circa 17 milioni di persone sono scese in strada. Scontri e incidenti si sono registrati al Cairo, dove è stata attaccata e incendiata la sede dei Fratelli Musulmani, e nel sud: il bilancio, al momento, parla di quattro morti, oltre a centinaia di feriti. Ma l’esercito ha dichiarato in serata la massima allerta, mentre i dirigenti dell’opposizione hanno chiesto al loro popolo di rimanere in piazza fino alle dimissioni di Morsi. Da parte sua, il presidente ha detto che non cederà mai.

Cinque ministri si dimettono. Ma l’opposizione a Mohamed Morsi fa breccia anche nel governo. Cinque membri dell’esecutivo hanno presentato le loro lettere di dimissioni nelle mani del premier Hisham Qandil. I ministri del Turismo, dei rapporti col parlamento, delle telecomunicazioni, dell’ambiente e delle risorse idriche hanno spiegato di volersi unire ai manifestanti e di essere contrari alla politica del governo.

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