Edoardo Arslan: Un piccolo omaggio ad un grande uomo

Dalla sig.ra Angela D’Angelo, riceviamo e pubblichiamo

Il seguente “drabble”, un genere letterario di origine anglosassone composto da un massimo di cento parole, compreso il titolo, voglio dedicarlo ad una Persona Speciale, con la speranza che continui a fare dal Paradiso quanto abbia fatto in vita. La mia dedica va al Professore Edoardo Arslan, medico e primario del reparto di Audiologia e Foniatria dell’Ospedale Santa Maria di Ca’ Foncello di Treviso e docente all’Università degli Studi di Padova, scomparso lo scorso 29 aprile in seguito ad una breve malattia. Figura di rilievo internazionale, era ed è  definito il “luminare dell’orecchio”: sue, infatti, importanti innovazioni nel campo degli impianti cocleari, soprattutto su pazienti in età pediatrica; è stato lui ad integrare lo screening neonatale, basato  sui fattori di rischio, sui bambini. Era una persona grande, umile, capace di combinare perfettamente umanità e professionalità; era una persona speciale; perfetta, se non nel corpo, nello spirito e nel pensiero. Ho avuto l’onore ed il piacere di conoscerlo; per cui, nel mio breve scritto, ho voluto rappresentarlo come una Luce: è quello che ha rappresentato per me; per me il Professore è  stato una “Mano Amica” che ha dissipato le ombre della paura e dell’incertezza ed ha spianato la strada alla cura ed alla certezza che essa, quasi sempre, comporta.

Il Professor Arslan, come Gesù, ha fatto “sentire i sordi”; come Gesù con i suoi discepoli, ha lavorato con uno staff di medici, infermieri e tecnici professionali e competenti che con il loro lavoro, quotidianamente, mettono in atto gli insegnamenti di colui che è stato il loro Maestro e Mentore.

Luce

Il silenzio è spaventoso, orribile, incombente. Mi agito terrorizzata in quest’oceano di suoni, come un pesce fuor d’acqua. Mi muovo in un acquario multicolore, fuori posto. Vedo una Mano Amica che mi si tende; prende la mia, di Bimba Spaventata. Mi riporta alla realtà, l’unica. Asciuga le mie lacrime e mi dice: “Non aver paura”.

Io sento, lo sento.

Assaporo ogni vibrazione dell’aria che penetra nel mio timpano, lo scuote,continua il suo corso e riporta alla vita il Corti, spirale viva e meravigliosa di ciglia frenetiche.

Un sorriso mi spunta sul volto; dico: “Non ho più  paura: grazie”.

 

 

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