Editoria: credito d’imposta per la pubblicità

«A chi dice che siamo “contro il pluralismo” e che vogliamo “silenziare” i giornali, rispondo con i fatti prima che con le parole». Il sottosegretario all’Editoria, Vito Crimi, annuncia che «quanto promesso nel corso di un’audizione alla Commissione cultura della Camera dei Deputati, qualche mese fa, ora è realtà: nel Decreto convertito in legge lunedì al Senato (58/2019) è stato confermato per i prossimi anni il credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali nei giornali e nelle tv locali». Crimi spiega che si trattava di una misura una tantum, varata soltanto per gli anni 2017 e 2018 dal precedente governo, che adesso è stata resa permanente.

«Fino ad oggi, – sottolinea il sottosegretario di Stato – il contributo al settore editoriale si è basato sul versamento di elargizioni direttamente alle imprese editoriali. Con questa misura, invece, noi sosteniamo tutte le piccole imprese che investono in pubblicità».

«Il contributo – evidenzia Crimi – non va nelle casse degli editori, ma crea sviluppo, investimenti, muove risorse. E porta soprattutto un beneficio alle piccole imprese, che in questo modo possono investire in pubblicità, quindi nella promozione dei propri prodotti e servizi, ricevendo un credito di imposta pari al 75% dell’investimento. Contemporaneamente ne beneficia il settore editoriale, che riceverà questi investimenti pubblicitari».

Con questo provvedimento, a giudizio di Crimi, si ottiene, dunque, un duplice effetto e diamo al contributo statale un valore aggiunto che è quello di creare sviluppo e crescita nelle nostre imprese.

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