Ecce (H)omo – Una diversa storia di normalità: riflessioni a teatro tra ironia, sincerità e umanità

Fino al 17 aprile, sul palco dell’OFF/OFF Theatre di Via Giulia, Roma, è andato in scena Ecce (H)omo – Una diversa storia di normalità, uno spettacolo scritto e interpretato da Sergio Sormani e Giorgio Donders, coppia artistica e di vita da oltre 33 anni. Con loro, in voce, Serena Caporale, accompagnata dalla chitarra di Alessandro Filindeu, con le luci curate da Fabio Pecchioli. Uno spettacolo che ha il coraggio di raccontare l’amore tra due uomini in chiave autobiografica, con una sincerità disarmante e un’ironia tagliente che invita a riflettere, senza mai appesantire.

Lo spettacolo si apre con un’immagine poetica e potente: i due protagonisti nascosti dietro una sagoma di cartone che li rappresenta da bambini. Quei bambini a cui spesso vengono imposte aspettative, paure, e giudizi che, col tempo, diventano ferite profonde. Da lì parte un racconto che attraversa la scoperta di sé, le difficoltà del coming out, le incomprensioni familiari, e le pressioni di una società ancora troppo legata ai cliché.

La scenografia è volutamente essenziale: due cubi bianchi e un terzo, più grande, che si apre come una scatola magica per restituire oggetti simbolici — un camice bianco per impersonare uno psicoterapeuta, un altoparlante, un cubo di Rubik. Pochi elementi, ma ben utilizzati, che fanno da contrappunto a una narrazione viva, personale, che non ha bisogno di fronzoli per arrivare. Anche i costumi, identici per entrambi — pantaloni neri e camicia nera — sembrano sottolineare l’uguaglianza nella diversità, il filo conduttore dello spettacolo.

Sormani e Donders sono a loro agio sul palco, anche troppo: il loro affiatamento è evidente, il ritmo ben cadenzato, la sintonia impeccabile. Riescono a strappare al pubblico risate autentiche, soprattutto quando scherzano con affetto sulle dinamiche di coppia, sulle insicurezze, sulla curiosità (spesso morbosa) che circonda la sessualità delle persone gay. Tuttavia, se l’ironia funziona bene, i momenti più intensi rischiano di restare in superficie: si percepisce il desiderio di emozionare, ma il coinvolgimento emotivo non è sempre pienamente centrato.

Nonostante questo, Ecce (H)omo lascia il segno. C’è un messaggio positivo e profondo che attraversa tutto lo spettacolo: la diversità non è un limite, ma una ricchezza. L’ironia diventa uno strumento per conoscersi meglio, per abbattere i muri del pregiudizio, per guardare all’altro con occhi nuovi. Le parole di autori come Vinicius De Moraes e Kahlil Gibran arricchiscono il testo, offrendo al pubblico spunti di riflessione che restano anche dopo il calar del sipario.

Lo spettacolo, prodotto da Ma.Ga.Mat con la direzione artistica di Silvano Spada, si colloca perfettamente nella missione dell’OFF/OFF Theatre: dare spazio a narrazioni nuove, coraggiose, autentiche. E se è vero che si sarebbe potuto osare di più sul piano emotivo, è altrettanto vero che Ecce (H)omo è una dichiarazione d’amore alla normalità intesa nel suo significato più vero: quello che include tutte le storie, tutte le fragilità, tutte le verità.

Perché, come suggerisce il titolo, togliere una “h” può fare la differenza: da homo a omo, da individuo a persona. Uguale, ma mai banale.

Angela Giassi

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