Addio a Giulio Andreotti, simbolo della Dc. Oggi i funerali privati

Camera ardente oggi per Giulio Andreotti nella casa-studio di Corso Vittorio, mentre i funerali privati si terranno presso la Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini a Roma. Le esequie sono previste alle 17:00 di oggi pomeriggio.

Addio a Giulio Andreotti, aveva 94 anni. Giulio Andreotti è morto nella sua abitazione nel centro di Roma poco dopo le 12,30 di ieri. Il ‘Divo Giulio’ aveva 94 anni. ”Non ci saranno funerali di Stato né camera ardente. Le esequie saranno celebrate nella sua parrocchia con gli stretti familiari”, fa sapere Patrizia Chilelli, storica segretaria del presidente, al suo fianco dal 1989. Nato nel 1919 è stato un politico, scrittore e giornalista. E’ stato l’uomo più forte della Democrazia Cristiana e l’unico esponente politico a legare la sua storia politica a quella dell’Italia. Ad un passo dall’essere Presidente della Repubblica, il ‘Divo Giulio’ ha ricoperto per ben sette volte la carica di Presidente del Consiglio.  Fu Alcide De Gasperi ad inserirlo nella scena politica nazionale. Andreotti venne eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati nella circoscrizione di Roma-Latina-Viterbo-Frosinone, in quella che sarà la sua roccaforte elettorale fino agli anni novanta. Per via della personalità carismatica e pragmatica, è stato soprannominato “Divo Giulio” dal giornalista Mino Pecorelli.  È stato chiamato anche “Zio Giulio”, sia per l’epiteto con il quale sarebbe stato conosciuto dai clan mafiosi secondo l’accusa rivoltagli al processo palermitano (Zù Giulio, secondo i pentiti), sia per il tono paterno con cui tante volte si è espresso nei suoi discorsi, atteggiandoli ad uno stile “super partes” proprio di uno degli ultimi Costituenti ancora in vita. Soprannominato anche Belzebù in ambiente socialista. Tanti i suoi aforismi, tra i quali ci piace ricordare: “Il potere logora chi non ce l’ha”, “A Parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso indovina”, “A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto”.

La vita politica. Giulio Andreotti per circa 60 anni è stato in assoluto il protagonista della vita politica italiana e internazionale del ventesimo secolo. Ha assistito all’elezione di sette Papi, da Pio XII a Papa Francesco; ha conosciuto 12 presidenti degli Stati Uniti, da Truman a Barack Obama e sette leader sovietici da Stalin a Gorbaciov. Ed è stato l’unico politico italiano a partecipare a tutte le elezioni dei Presidenti della Repubblica, escluso il Napolitano-bis.La sua carriera politica inizia nel 1945 come membro della Consulta Nazionale all’Assemblea costituente. Nel 1948 viene eletto deputato al Parlamento italiano e resterà, ininterrottamente, a Montecitorio fino al 1991 quando viene nominato Senatore a Vita. E’ stato sette volte Presidente del Consiglio, compreso il governo di ‘solidarietà nazionale’ durante il rapimento del presidente della Dc, Aldo Moro. Otto volte è stato ministro della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri, tre volte ministro delle Partecipazioni Statali, due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell’Industria. Una volta ministro del Tesero, ministro dei Beni Culturali, ministro delle Politiche Comunitarie e a soli trentaquattro anni il più giovane ministro dell’Interno. Giulio Andreotti ha infranto tutti i record di preferenze alle elezioni che si sono svolte in Italia: alle politiche 1972 riceve 367 mila mentre alle Europee del 1989 sfonda il muro delle 500 mila preferenze nella circoscrizione Nord- est. Numeri che non si sono mai ripetuti nella storia repubblicana italiana. Ad introdurlo nella scena politica fu Alcide De Gasperi nominandolo componente della Consulta nazionale nel 1945. Il primo incontro tra i due si ebbe nella Biblioteca Vaticana dove, un giovane Andreotti, si recava per studiare diritto della navigazione.  


L’uomo dei record: nessuno come lui. Giulio Andreotti da quel lontano 1945 non ha mai più lasciato i palazzi della politica italiana e internazionale. Ha partecipato all’elezioni di tutti i Presidenti della Repubblica ed ha visto sul soglio di Pietro sette Papi. E’ senza dubbio l’uomo dei record della Repubblica italiana: gli è mancata solo l’elezione alla Presidenza della Repubblica e alla presidenza della Dc. Per meglio comprendere chi è stato veramente Giulio Andreotti basti pensare che è stato eletto 11 volte in Parlamento, 6 volte ha rivestito la carica di sottosegretario, 22 volte è stato nominato ministro in 10 governi e per 7 volte ha guidato l’esecutivo compreso quello più breve della storia italiana (solo 9 giorni). Due volte è stato eletto al Parlamento europeo (nel 1989 raccolse 500mila preferenze). E’ stato senatore a vita per 22 anni.

 

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