Il presidente francese Emmanuel Macron (S) e il primo ministro italiano Giuseppe Conte, in occasione del G7, in una foto pubblicata sul profilo Instagram di Giuseppe Conte, Charlevoix, 9 giugno 2018. PROFILO INSTAGRAM GIUSEPPE CONTE +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++ ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

E’ già caos sull’accordo. Gelo tra Conte e Macron

Dopo la lunga notte di negoziato e l’accordo a 28 sui migranti, resta sul tappeto il nodo dei centri di accoglienza da creare su base volontaria anche se il premier Conte precisa che: ‘E’ inesatto dire che l’accordo sia su base volontaria: è integrato e multilivello come richiesto mentre per quanto riguarda l’art.6, che fa riferimento a centri di accoglienza su paesi di stati membri, non si impone a nessuno’. Nello specifico l’Italia – ha detto il premier – non ha dato disponibilità sui nuovi centri di accoglienza volontari, mentre qualche altro Paese lo ha già fatto. Conte sottolinea invece come l’accordo sui migranti stabilisca per la prima volta azioni condivise anche nel salvataggio in mare. E’ un principio mai affermato prima. L’Italia era sola. L’abbiamo affermato nei fatti, anche con qualche atteggiamento risoluto. Il premier poi ha sottolineato che l’Italia non riprenderà nessun migrante che dovesse essere stato registrato da noi e poi andato in Germania, aggiungendo di non aver sottoscritto nessun accordo con la Germania in merito ai movimenti secondari. A Merkel non ho promesso alcunché.

Il concetto di Paese di primo arrivo non si può cancellare,  ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice Ue, ribadendo che i centri di controllo per i migranti dovranno essere nei Paesi di primo sbarco: ‘I centri sorvegliati di accoglienza in Ue su base volontaria vanno fatti nei Paesi di primo ingresso, quindi sta a loro dire se sono candidati ad aprire questi centri, ma la Francia non è un Paese di primo arrivo. Alcuni di questi Paesi di primo ingresso hanno espresso chiaramente la loro volontà ieri attorno al tavolo di aprire i centri, ma sta a loro annunciarlo pubblicamente. Le regole di diritto internazionale e di soccorso in mare sono chiare: è il Paese sicuro più vicino che deve essere scelto come porto di approdo. Le nostre regole di responsabilità sono altrettanto chiare: si tratta del Paese di primo approdo nell’Ue. In nessun caso questi principi sono rimessi in discussione dall’accordo raggiunto dai leader europei. Ma verso i Paesi di primo arrivi dobbiamo essere più solidali e assicurare fin dal primo momento una presa a carico europea.

La Germania continuerà a prendere rifugiati sbarcati in Italia come ha fatto in passato solo se ci sarà un accordo con Roma sui movimenti secondari, ha affermato la Merkel al termine del vertice Ue.  L’Italia non ha preso nessun obbligo per mettere in piedi questi centri controllati e non vede assolutamente nessuna possibilità.  Inoltre non c’è nessun accordo concreto bilaterale tra Italia e Germania sui movimenti secondari, perché per l’Italia è un problema cruciale la migrazione primaria e per ora è una posizione che rispetto. Grecia e Spagna sono pronte a riprendersi i rifugiati già registrati in Eurodac che arrivano ai posti di frontiera dove ci sono controlli, come quello tra Austria e Germania mentre con gli altri Paesi confinanti in cui non sono attivi controlli alle frontiere procederemo con accordi amministrativi bilaterali. In cambio la Germania si è impegnata a prendere i rifugiati che arrivano in Grecia e Spagna e che hanno diritto al ricongiungimento familiare.

‘Siamo soddisfatti, perché i quattro di Visegrad hanno raccolto una grande vittoria’,  ha detto il premier ungherese Viktor Orban in un video pubblicato sulla sua pagina Facebook. La minaccia che incombeva su di noi, ha spiegato,  era che avrebbero cominciato i reinsediamenti all’interno degli Stati europei dai campi che avevano intenzione di realizzare. Siamo riusciti a difenderci da questa proposta e a far approvare invece la nostra, che stabilisce chiaramente che nessuno può essere spostato in un Paese senza il consenso di quest’ultimo. L’Ungheria non diventerà un Paese di immigrazione. L’Ungheria resterà ungherese. Questo è il risultato della battaglia di stanotte.

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