President of European Central Bank, ECB, Mario Draghi speaks during a news conference after a meeting of the governing council in Frankfurt, Germany, Thursday, April 21, 2016. (ANSA/AP Photo/Michael Probst) [CopyrightNotice: Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved. This material may not be published, broadcast, rewritten or redistributed without permission.]

Draghi, schiaffo a Berlino: ‘Non obbediamo alla politica’

E’ scontro senza precedenti fra Mario Draghi e Wolfgang Schaeuble, capofila del fronte tedesco contrario all’attivismo monetario della Bce, dopo l’attacco lanciato oltre un mese fa dal ministro delle Finanze alle scelte recenti del presidente dell’Eurotower. ‘Abbiamo un mandato per perseguire la stabilità dei prezzi in tutta l’Eurozona, e non solo in Germania, e questo mandato è stabilito dalla legge europea, noi obbediamo alle leggi e non ai politici’, è la bordata lanciata da un Draghi insolitamente accalorato nei confronti dell’ala dura di Berlino. Del resto le parole di Schaeuble, indebolendo l’efficacia delle politiche della Bce, rischiano di rendere necessarie ancora più misure espansive. Parole che fanno uscire allo scoperto, anche se con molta prudenza, la cancelliera Angela Merkel: ‘E’ legittimo che in Germania si parli dell’impatto dei tassi bassi, anche se questo non deve essere confuso con l’intervenire nella politica indipendente della Bce, che io sostengo pienamente’. Ma non si ferma qui la sfida di Draghi ai ‘falchi’ dell’establishment tedesco perchè la Bce terrà la barra dritta e continuerà con le misure che ritiene opportune, forte della difesa unanime del consiglio direttivo ora che, a sorpresa, persino Jens Weidmann, il presidente della Bundesbank, si è schierato per l’autonomia dell’istituzione. Oggi Draghi ha voluto stabilire una sorta di linea del Piave invitando a non incolpare i bassi tassi d’interesse per tutto ciò che va male, ricordando che il ‘Qe’ della Bce ha regalato loro laute plusvalenze sui bond, e che per avere rendimenti più alti serve l’inflazione. Proprio per tornare al 2% d’inflazione, oggi siamo a zero, la Bce è pronta ad agire usando tutti gli strumenti concessi dal suo mandato, anche un taglio dei tassi che resteranno ai livelli attuali – 0% il principale e -0,40% quello sui depositi, ben oltre l’orizzonte del 2017. ‘Il presidente Draghi gode della fiducia e della stima di tutti i Paesi europei’, dice il premier Matteo Renzi, interpellato all’uscita dal palazzo delle Nazioni Unite, dopo una serie di incontri bilaterali per promuovere la candidatura dell’Italia a un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza.

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