‘La ripresa resistente con l’aumento negli ultimi due anni del pil procapite del 3% nell’eurozona, il sentimento economico al top da 5 anni e la disoccupazione al 9,6%, il livello più basso da maggio 2009, sono passi nella giusta direzione ma sono solo i primi passi’, dice il presidente della Bce Mario Draghi all’Europarlamento, sottolineando che dobbiamo continuare su questa strada. Le decisioni di politica monetaria prese in dicembre, ha quindi sottolineato, sono quelle giuste nel contesto attuale.
Guardiamo con preoccupazione a annunci di potenziali misure protezionistiche. L’Ue è stata creata sulle basi del libero scambio, dovremo giudicare quando vedremo quello che è stato annunciato.
L’idea di ripetere le condizioni che hanno portato alla crisi finanziaria è qualcosa di molto preoccupante, e l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è l’allentamento delle regole. E’ il monito del presidente della Bce in riferimento all’intenzione Usa di modificare le regole del settore finanziario. Il fatto che non abbiamo visto svilupparsi rischi per la stabilità finanziaria è una ricompensa per le azioni intraprese da regolatori e legislatori sin dallo scoppio della crisi, ha sottolineato.
Diversamente da una percezione diffusa, le condizioni economiche dell’eurozona sono stabilmente migliorate ma i rischi per le previsioni dell’eurozona restano al ribasso e sono prevalentemente legati ai fattori globali.
Draghi spiega che le decisioni di dicembre definiscono un equilibrio tra la nostra fiducia crescente sulle prospettive dell’eurozona, e allo stesso tempo, alla mancanza di un chiaro segno di convergenza dei tassi d’inflazione.
Il Trattato di Maastricht fu una decisione coraggiosa che segnò ‘una nuova tappa nel processo dell’integrazione europea. Lo afferma Draghi alla vigilia del 25esimo anniversario dello stesso Trattato, ricordando che con la moneta unica abbiamo forgiato bond che che sono sopravvissuti alla peggiore crisi economia dalla Seconda guerra mondiale. E’ facile sottostimare la forza di questo impegno politico, ha ammonito, che ci ha tenuto insieme per 60 anni in tempi difficili.
Draghi ha ricordato le tappe dell’integrazione europea, fra cui appunto la creazione dell’euro che ha rappresentato un notevole rafforzamento dell’impegno politico che ci ha tenuto insieme per 60 anni. Anche se, ha ammesso, oggi è facile sottovalutare questo impegno.
Anche se la situazione economica migliora non dobbiamo fermare i nostri sforzi per rendere più resistente l’unione monetaria, ma soprattutto possiamo e dobbiamo affrontare le persistenti fragilità a livello nazionale ed europeo, dice Draghi. Il numero uno della Bce sottolinea come la resilienza mostrata dall’Eurozona nel 2016 nonostante una serie di shock negativi dimostra che siamo sulla strada giusta e indica anche che le riforme a livello nazionale ed europeo stanno dando risultati in termini di crescita economica.
Il ministro delle Finanze tedesco, per difendersi dalle accuse lanciate dall’amministrazione Trump contro l’euro e Berlino, ha scaricato ogni responsabilità sulla Bce e il suo presidente Draghi: ‘Quando il presidente della Bce Mario Draghi si lanciò nella politica monetaria espansiva, gli feci presente che questo avrebbe fatto aumentare il surplus commerciale della Germania’, ha detto Schaeuble al ‘Tagespiegel’: ‘All’epoca promisi di non criticare pubblicamente questa linea. Ma non voglio essere criticato io per le conseguenze di questa politica’.
Draghi ha ribadito che nel caso di un peggioramento della situazioneil Consiglio direttivo della Bce è preparato a aumentare il programma di acquisti di titoli, in termini di mole e o di durata.
In generale, ha aggiunto, i benefici della nostra politica ne superano chiaramente gli effetti collaterali. E questi ultimi, se necessario, sono gestibili meglio tramite altre politiche.