Draghi: “Crisi non è solo colpa dell’Europa”

Non si possono addossare all’Europa tutte le colpe della crisi: altre economie hanno le loro responsabilità e devono ancora agire per correggere gli squilibri interni. Il presidente della Bce Mario Draghi non cita direttamente gli Usa ma appare evidente come le sue parole siano una replica al duro attacco inflitto due giorni fa dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, alle autorita’ comunitarie, accusate di non aver affrontato la crisi in modo adeguato.
“Non e’ equilibrato affermare che solo l’Europa ha responsabilita’ nella crisi”, ha dichiarato oggi Draghi nella consueta conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio Direttivo di Francoforte, “E’ vero che le tensioni sui mercati al momento sono legate all’Europa ma ci sono altri paesi che hanno le loro responsabilita’ e non hanno ancora risolto i loro problemi” ha sottolineato Draghi. E’ arrivata a stretto giro la risposta della Casa Bianca, tramite il portavoce di Obama, Jay Carney. “Sembra che gli europei stiano agendo con un senso di urgenza e cio’ e’ positivo”, ha affermato Carney, “speriamo un’azione spedita” delle autorita’ europee per affrontare la crisi del debito. In serata un’ulteriore segnale di distensione e’ arrivato dalla conversazione telefonica tra Obama e il presidente del Consiglio Mario Monti. I due leader si sono trovati d’accordo sull’importanza di rafforzare la capacita’ della zona euro di rispondere alla crisi e di stimolare la crescita in Europa.
Hanno inoltre convenuto di rimanere in stretto contatto.
Le prossime settimane saranno infatti cruciali: il vertice del G20 del 18 e del 19 giugno si svolgera’ subito dopo la nuova consultazione elettorale in Grecia, che decidera’ se il futuro di Atene sara’ dentro o fuori l’euro. E’ inoltre attesa la pubblicazione del rapporto della missione del Fondo Monetario Internazionale in Spagna, il nuovo epicentro delle turbolenze finanziarie europee. E l’Eurotower, ha assicurato il suo inquilino, non stara’ a guardare. La Bce continuera’ a rifornire le banche di liquidita’ illimitata a tre mesi al tasso fisso dell’1% “fino alla fine del 2012”, ha spiegato Draghi, aggiungendo che l’istituto “e’ pronto ad agire” in base agli sviluppi della situazione e lasciando quindi una porta aperta a eventuali mosse di allentamento della politica monetaria. Contemporanamente, dall’altra parte dell’Atlantico, il presidente della Fed di Atlanta, Dennis Lockhart, annunciava che anche la banca centrale americana adottera’ misure di segno analogo se il quadro economico dovesse peggiorare ulteriormente. I mercati non aspettavano altro che indicazioni del genere.
Le borse europee hanno chiuso tutte con rialzi superiori al 2%.
Spicca Milano, maglia rosa con un progresso del 3,5% trainato sia dal comparto bancario (Bpe +9,72%; Mediobanca +6,29%) che dai titoli industriali (Finmeccanica +7,14%, Fiat Industrial +4,77%). In deciso avanzamento anche Wall Street, dove attualmente il Dow Jones guadagna l’1,8% e il Nasdaq cresce del 2%. E, mentre l’euro si e’ riaffacciato sopra quota 1,25 dollari, si sono affievolite anche le tensioni sul mercato del debito sovrano. Lo spread Btp/Bund ha chiuso a 436 punti, laddove il differenziale calcolato sui Bonos spagnoli ha ripiegato sotto la soglia tecnica dei 500 punti. Il giorno della verita’ per Madrid arrivera’ domani, quando verranno emessi titoli per uno o due miliardi di euro, ad appena due giorni dall’allarme lanciato dal ministro del Tesoro iberico, Cristobal Montoro, che aveva parlato esplicitamente di “problemi di finanziamento” e di “porte del mercato chiuse”.

(Agi)

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