Draghi al Quirinale, pericolo reale per il Paese

Tutto ruota nell’Italia politica sull’ipotesi di Mario Draghi quale successore di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica.

Mario Draghi sarebbe un ottimo Capo dello Stato, ovviamente, ma se dovesse traslocare da Palazzo Chigi al Quirinale, come vorrebbero le forze politiche anti italiane e anti europee, verrebbe meno  la speranza che l’Italia possa uscire definitivamente dalla crisi e riesca a rilanciare il sistema produttivo ed economico.

I finanziamenti del Pnrr, quantificati dalle istituzioni europee in oltre 200 miliardi di euro, non per merito ma a causa del governo Conte due, non sono ancora arrivati nelle casse dello Stato, anzi arriveranno di sei mesi in sei mesi fino al 2026 ma a patto che si approvino riforme ben precise e si completino puntualmente i progetti presentati nel piano nazionale di ripresa e resilienza.

Con Draghi premier, la macchina burocratica e politica fatica a tenere il passo delle riforme e dei progetti da realizzare, ma l’autorevolezza dell’attuale inquilino di Palazzo Chigi è una garanzia esterna di mantenimento degli impegni presi e una certezza interna di effettiva esecuzione di buona parte dei progetti.

Gli scenari con Draghi al Quirinale a far compagnia ai corazzieri e a tagliare nastri, e con un punto interrogativo a Palazzo Chigi, non sono altrettanto rosei.

L’alternativa a Draghi a Palazzo Chigi non è il semipresidenzialismo di fatto da Quirinale, che sarebbe una sgrammaticatura costituzionale e antidemocratica, ma metterci nella condizione di non riuscire a rispettare gli impegni europei sulle riforme, perdere i finanziamenti del NextGenerationEu, non avere la forza di negoziare il rinvio ulteriore del patto di stabilità e non rassicurare i mercati per il solo, semplice, fatto di non poter più contare sulla credibilità internazionale che garantisce Draghi al governo, nel luogo dove si prendono le decisioni.

L’alternativa a Draghi al governo è la bancarotta del paese, di cui sarebbe responsabile lo stesso Draghi che lascia Palazzo Chigi per essere eletto presidente con un mandato extra costituzionale che non può, e non deve, rispettare.

Se Draghi lasciasse Palazzo Chigi a missione non compiuta sarebbe un disastro annunciato per il paese, di cui peraltro i membri del governo sono perfettamente al corrente, perché già adesso raccontano a microfoni spenti che senza l’intervento diretto del premier non riuscirebbero a portare avanti i progetti del Pnrr. Gli imprenditori e i produttori del Pil italiano, ma anche i sindacati, sanno altrettanto bene che in questo momento l’Italia non si può permettere il trasloco di Draghi, e lo sanno anche gli investitori internazionali e i partner europei.

Ma se c’è qualcuno che conosce esattamente il pericolo reale che correremmo se anticipassimo di un anno lo scenario bipopulista, senza peraltro aver prima messo in sicurezza il paese, questo qualcuno è Mario Draghi.

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