COMBO Prima fila da SX: Putin, Poroshenko, Xi Jinping Seconda fila da SX: Jackie Chan, Messi, Montezemolo.

Dossier Panama Papers: ‘Miliardi nei paradisi, le accuse ai leader del mondo’

Un nuovo caso Wikileaks scuote il mondo politico e finanziario ma non solo. I numeri arrivano da una enorme fuga di notizie, chiamata ‘Panama Papers’, dove si parla di informazioni di una gigantesca massa di denaro che sarebbe stata dirottata da studi legali internazionali e banche verso paradisi fiscali per conto di criminali, leader politici e funzionari d’intelligence. Questo denunciano i milioni di documenti fatti trapelare sui media internazionali. Fra i beneficiari di questi schemi vi sarebbero persone indicate come vicine al presidente russo Vladimir Putin, familiari del leader cinese Xi Jinping, del presidente ucraino Poroshenko, del re saudita, dei premier di Islanda e Pakistan. Dopo le rivelazioni dei ‘Panama Papers’ Oxfam rilancia l’appello ai leader e alle istituzioni mondiali ed europee affinché si arrivi il prima possibile alla definizione di regole stringenti, che impediscano la sottrazione di risorse alla collettività, attraverso il ricorso a sofisticati meccanismi di elusione fiscale. Oxfam è una delle più importanti confederazioni internazionali nel mondo specializzata in aiuto umanitario e progetti di sviluppo, composta da 17 organizzazioni di Paesi diversi che collaborano con quasi 3.000 partner locali in oltre 90 paesi per individuare soluzioni durature alla povertà e all’ingiustizia. Il nome ‘Oxfam’ si riferisce unicamente alla confederazione internazionale, di cui fanno parte varie ‘Ong’ affiliate, presenti in molti paesi, spesso denominate con il nome ‘Oxfam’ seguito da quello del paese. Oxfam è impegnata principalmente su tre fronti: ‘Programmi di sviluppo dove lavora per aiutare le persone a migliorare le loro condizioni di vita, fornendo loro sostegno e risorse adeguato, favorendo processi di sviluppo sostenibili nel lungo periodo. Interventi di emergenza, dove porta acqua, servizi igienico-sanitari e rifugi alle popolazioni vittime di conflitti e disastri naturali. E quando l’emergenza è finita, Oxfam sostiene la ricostruzione fino al ritorno alla normalità. Campagne di opinione e sensibilizzazione, dove pubblica analisi e organizza eventi di informazione per influenzare le politiche che causano la povertà e l’ingiustizia globale; tramite percorsi educativi e iniziative di mobilitazione, stimola cittadini a chiedere ai propri leader un maggior impegno nella difesa e nella promozione degli interessi dei più povere e vulnerabili’. Riguardo ai ‘Panama Papers’ Oxfam sottolinea che a rimetterci sono i cittadini di tutto il mondo, Italia inclusa. Oxfam sottolinea che il conto più salato, lo pagano i paesi più poveri che ogni anno, secondo le stime, perdono 170 miliardi di dollari in mancate entrate fiscali. Un fenomeno, quello del ricorso ai paradisi fiscali, ormai diffuso ovunque: ‘Basti pensare che circa il 30 per cento del patrimonio dei super-ricchi del continente africano è detenuta offshore, con un costo per la collettività di 14 miliardi di dollari all’anno. Una cifra che da sola consentirebbe di assumere abbastanza insegnanti per mandare a scuola ogni ragazzo africano e di coprire la spesa sanitaria di 4 milioni di bambini’. Per arginare il fenomeno elusivo, nell’ambito della campagna ‘Sfida L’Ingiustizia’ Oxfam chiede al governo italiano e ai leader europei e mondiali di adottare con urgenza misure efficaci di giustizia fiscale. E lo sta facendo con un appello, cui hanno aderito in due mesi oltre 190 mila cittadini da tutto il mondo, attraverso la petizione ‘Basta con i paradisi fiscali’. Nella lunga lista di nomi coinvolti nello scandalo dei paradisi off-shore rivelato dai ‘Panama Papers’ ci sono parenti e persone vicine al presidente siriano Bashar Al Assad, ma anche il defunto Muammar Gheddafi e l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak. L’elenco continua ad allungarsi di ora in ora e spazia dalla politica, allo spettacolo, allo sport. Tra gli altri ci sono i nomi del presidente dell’Argentina Mauricio Macri, di parenti del presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. Le rivelazioni sono state fatte trapelare da uno studio legale non molto noto, Mossack Fonseca, ma con sedi a Miami, Hong Kong, Zurigo e 35 altre localita’. Documenti passati al giornale tedesco ‘Suddeutsche Zeitung’ e da questo condivisi poi con un pool di reporter investigativi di vari media internazionali fra cui i britannici Guardian e Bbc. Per l’Italia l’esclusiva è de ‘L’Espresso’. Il ‘Guardian’ si concentra in apertura della sua edizione online solo su Putin, che viene ritenuto coinvolto indirettamente attraverso la figura di Sergei Roldugin, che è un musicista, indicato fra i migliori amici del presidente russo e padrino di una delle sue figlie, che sarebbe il terminale almeno nominale di uno spostamento di due miliardi di dollari partiti da Bank Rossya, un istituto di credito guidato da Yuri Kovalciuk, che gli Usa sostengono essere una sorta di banchiere del Cremlino, indirizzati verso Cipro e il paradiso off-shore delle Isole Vergini Britanniche. Luca di Montezemolo, l’imprenditore Giuseppe Donaldo Nicosia, latitante, coinvolto in un’inchiesta per truffa con Marcello dell’Utri, il pilota Jarno Trulli oltre a Ubi e Unicredit, sono le persone e le società italiane che compaiono nei ‘Panama Papers’. Circa un migliaio di clienti,  si legge nell’articolo che compare sul sito de l’Espresso, provenienti dal nostro Paese sono citati, a vario titolo, nei documenti che il settimanale ha consultato. Imprenditori, professionisti, volti noti dello spettacolo, ma anche moltissimi personaggi sconosciuti alle cronache sono approdati a Panama per mettere al sicuro il patrimonio di famiglia. I documenti analizzati da l’Espresso confermano che lo studio Mossack Fonseca ha curato anche gli interessi del presidente di Alitalia. Nei primi mesi del 2007 sono stati siglati una serie di contratti che, tra l’altro, indicano Montezemolo come procuratore di Lenville. Il manager, a quell’epoca al vertice di Ferrari e presidente di Fiat, avrebbe ricevuto la delega per operare su un conto alla Bim Suisse, filiale elvetica dell’italiana Banca Intermobiliare. Raggiunto da l’Espresso, Montezemolo non ha risposto alle richieste di chiarimenti.

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