Dossier Autostrade e Pnrr: Intrecci tra Mef ed il nuovo Demanio guidato dalla cognata di Paolo Gentiloni

L’Agenzia del Demanio rischia di entrare in corto circuito a causa del suo nuovo direttore. I dibattiti e la necessità sulla nomina, non sulle capacità, di Alessandra Dal Verme a numero uno dell’Agenzia di via Barberini rischiano di causare un grande danno al sistema Italia. I dubbi che hanno portato la cognata dell’ex presidente del consiglio ed attuale commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, alla tanto agognata scalata al vertice del Demanio ora potrebbero creare un black out non solo politico ma soprattutto tecnico ed amministrativo, senza contare i danni economici. La storia è nota. Paolo Gentiloni ha imposto ed ottenuto alla guida dell’Agenzia del Demanio la nomina di sua cognata e c’è riuscito. Ma non tutto è andato liscio. Il via libera alla nomina di Alessandra Dal Verme a numero uno dell’Agenzia di via Barberini ha causato non pochi problemi alla politica nazionale: ha fatto storcere il naso al presidente del consiglio, Mario Draghi, che avrebbe chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato ed ha rischiato di mettere in difficoltà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il motivo è semplice: la Dal Verme sarebbe incompatibile con il ruolo per cui è stata nominata. Uno perché la Ue vieta a parenti ed affini dei commissari, e Gentiloni è il numero uno europeo degli Affari economici, di gestire investimenti comunitari. Cosa che invece dovrà fare l’Agenzia Demanio, soprattutto sui fondi del Green Deal. Il secondo motivo di incompatibilità è dovuto alla sua appartenenza al ministero dell’Economia: fino a pochi giorni fa è stata ispettore generale per gli Affari economici, ovvero il controllore del Demanio. Due aspetti, che nel caso specifico, avrebbero potuto far ipotizzare ad un successivo abuso d’ufficio che invece non sarebbe stato preso in considerazione dalla conferenza Stato-Regione che ha dato il disco verde alla sua nomina. I passaggi successivi sono stati, giocoforza, conseguenziali e ‘dovuti’ dopo l’ok del parlamentarino guidato dal ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini. Il problema non è la professionalità del neo direttore ma il suo ruolo pre e quindi post nomina che potrebbe invalidare alcuni provvedimenti di diretta dipenda del Demanio. E questo sarebbe uno smacco alla vigilia dell’approvazione, prevista sicuramente per mercoledì prossimo, dell’Ue sul Pnrr italiano. Anche se a questi aspettio sulla Dal Verme incomberebbero ulteriori nuvole grigie di opportunità etica, prima, e politica poi.

Il dossier viabilità ed Autostrade. Il Mef e la Del Verme cosa fanno?

Quando in Italia si parla di viabilità si parla solo di Autostrade e soprattutto della sua allegra gestione.

Il nuovo numero uno dell’Agenzia del Demanio ricoprirebbe, infatti, a dover di cronaca, ancora la carica di componente del Colleggio dei Revisori dei Conti di Ferrovie dello Stato. Ma questo sarebbe il problema di minor interesse perché il suo ruolo pesa e non poco sul dossier Autostrade per l’Italia ed il gruppo Benetton.

Il semaforo verde all’operazione per la cessione di Autostrade al consorzio capeggiato da Cdp dopo l’ok definitivo del consiglio di amministrazione di Atlantia, che ha dato il via libera all’offerta della società controllata dal Mef insieme ai fondi stranieri Blackstone e Macquarie per l’88,06% della concessionaria, è arrivato da ventiquattro ore. Mentre tutta l’operazione sarà chiusa, si spera, nel primo trimestre del 2022. E questo rappresenta un capitolo su cui l’Agenzia del Demanio deve e può dire la sua: dunque dovranno ‘dialogare e decidere’ il Mef, ex datore di lavoro della Dal Verme, e il Demanio, che ora dirige. Con la preponderanza del primo. Ma mettersi contro chi ti ha nominato al vertice di una Agenzia statale potrebbe trasformarsi in un salto nel buio soprattutto dopo che la Dal Verme, che ha dimestichezza con la viabilità nazionale, essendo stata anche Presidente del Collegio Sindacale – Autovie Venete SpA, avrebbe affossato il project financing di Autostrade in concessione a Vito Bonsignore per la tratta Ragusa-Catania e Orte-Mestre con transazione per indennizzo pari a 36,5 milioni e 180 milioni. I motivi di questo stop, nonostante la strategicità di queste due opere stradali, non si conoscono: sono noti soli gli indennizzi che ora dovranno pagare gli italiani. Insomma qualcosa non quadra ed il ministero guidato da Franco farebbe bene ad indagare per avere delle risposte. Una stortura che non piacerebbe nemmeno ad Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, soprattutto sul risarcimento dei 180 milioni, che ‘vorrebbe vederci chiaro’ perché alcuni ‘passaggi suscitano’ forti dubbi. Un intervento, il suo, se dovesse arrivare, lecito perché bisognerà capire, indagare perché questo elevatissimo spreco di denaro pubblico sia frutto di incapacità tecnico-politica o di interessi e pressioni di lobby. Farebbe bene, quindi, il ministro a sporcarsi le mani nonostante il rapporto di parentela che lo lega alla Dal Verme: il figlio dell’economista ha sposato, infatti, una nipote dell’attuale numero uno del Demanio che, si ricorda, è cognata dell’ex presidente del consiglio ed attuale commissario europeo agli Affari Economici. Sembra che il clan Gentiloni & company, alla fin fine poi non troppo lontano dalla famiglia Benetton, sia sempre presente negli ‘affaire’ che contano: in questo caso, però, vanno tutelati gli interessi degli italiani e non quelli della famiglia.

Oltre ai ministri interessati anche la Magistratura dovrà vigilare con attenzioni su questi aspetti e non ricercare, come fa solo una sua infinitissima parte, sempre e solo le facili telecamere. Il dossier Autostrade è una cosa seria perché ci sono ancora i morti di Genova ed Avellino che gridano vendetta cui si aggiungono i debiti che Atlantia ha verso i privati e fornitori. Debiti che potrebbero essere riversati sugli italiani. E per finire c’è la vicenda Tudor dove sempre Atlantia deve pagare un bel pò di miliardi. Dunque farebbe bene anche il Mef a sporcarsi le mani per dare risposte onde evitare ulteriori beffe agli italiani.

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