Bruno Tabacci è un residuato politico proveniente dalla Prima Repubblica che dal 1 maggio 2021 è sottosegretario alla presidenza del consiglio del governo Draghi con delega alla programmazione e coordinamento economico. In precedenza è stato presidente della Regione Lombardia dal 17 luglio 1987 al 31 gennaio 1989. Dal 2013 è presidente di Centro Democratico.
Laureato in Economia e Commercio nella metà degli anni ottanta ha diretto l’ufficio studi del Ministero dell’industria con Giovanni Marcora, poi consigliere comunale per la Democrazia Cristiana in alcuni comuni del mantovano, poi consigliere regionale della Lombardia. Divenne presidente dalla Regione Lombardia per volere di Ciriaco De Mita, segretario della DC. Questo, un piccolo estratto della sua carriera politica.
Tabacci quando lavorava con il ministro Giovanni Marcora conobbe Mario Draghi. In seguito Goria fece Tabacci capo della segreteria tecnica. Il ministro poteva nominare due consulenti e chiamò Innocenzo Cipolletta chiedendo a Tabacci di trovare l’altro che individuò un giovane brillante, che rientrava in Italia alla fine di un ciclo di perfezionamento al Massachusetts Institute of Technology con il professor Franco Modigliani, che due anni dopo avrebbe preso il Nobel per l’Economia. Parliamo di Mario Draghi che ricevette la nomina.
Nello staff c’erano anche Mario Sarcinelli, poi arrivò Andrea Monorchio, ragioniere generale dello Stato, e allora il contraltare in Banca d’Italia chi era? Il professor Carlo Azeglio Ciampi. Due anni dopo, quando per l’Italia si liberò un posto alla Banca Mondiale, Goria propose a Draghi di andare. Tornò come direttore generale del Tesoro, con Guido Carli, poi è stato Governatore della Banca d’Italia, poi presidente Bce. Una carriera smagliante e meritata, tutto il mondo lo conosce e non si è mai perso di vista con Bruno Tabacci.
Domani ha rivelato che Tabacci si sarebbe adoperato, “nelle scorse settimane, affinché l’Agenzia spaziale italiana assegnasse un progetto di ricerca da 80mila euro l’anno al capo della sua segreteria tecnica”, il giornalista e avvocato Carlo Romano, che è anche il tesoriere del partito Centro democratico. Stando a quanto riporta il quotidiano, all’Asi Romano dovrebbe occuparsi della gestione dei soldi che arriveranno all’Agenzia grazie al Recovery Fund, pari a circa 2,3 miliardi di euro.
Prima il caso Fornero, poi il ritorno di Arcuri e il contratto del figlio con Leonardo, da giorni Arcuri è ormai nell’occhio del ciclone. “Draghi ne chieda subito le dimissioni”, ha scritto ieri Silvia Fregolent, presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera, in una interpellanza di cui è prima firmataria. Non sono solo i renziani a pretendere una presa di posizione da parte di Palazzo Chigi. Anche la Lega di Matteo Salvini è sul piede di guerra. E l’ultima rivelazione del Domani rischia di infiammare nuovamente lo scontro.
Per vederci chiaro e capire le motivazioni della presunta assunzione del tesoriere, Domani ha contattato al telefono il presidente dell’Asi Giorgio Saroccia, che avrebbe dichiarato: “Lei sta dicendo che ho annunciato un progetto di ricerca di Carlo Romano durante il mio Cda?. Guardi che è molto grave, lei mi sta dicendo cose che sono accadute nel mio Consiglio di amministrazione, è gravissimo!“. E avrebbe aggiunto: “Io le dico che non ho fra i miei dipendenti Carlo Romano, in questo momento. Informatevi meglio prima di scrivere qualcosa sui giornali, create solo disturbo. Prenda informazioni più chiare, la prossima volta si prepari meglio“. Il sottosegretario Tabacci, interpellato dal quotidiano, ha precisato, riferendosi a Romano: “Se e quando inizierà a collaborare con Asi, non farà purtroppo più il capo della mia segreteria tecnica. Ove questo accadesse, mi auguro almeno mi mantenga il saluto“.
La conferma di una possibile collaborazione con Asi arriverebbe dal diretto interessato, che avrebbe spiegato a Domani: “Esiste la possibilità concreta che io vada all’Asi, con un contratto a progetto che non ho ancora firmato, ma che sarà nel caso della durata di tre anni con una retribuzione, credo, di 80mila euro l’anno. Non ho ancora letto il contratto. Mi occuperò di monitoraggio della spesa dei 2,3 miliardi che arriveranno per l’aerospazio dai fondi del Pnrr“. E, stando a quanto avrebbe dichiarato Romano, non si verrebbe a creare alcun conflitto di interessi, perché “nell’ipotesi che io vada all’Agenzia spaziale, un minuto prima concluderei il mio attuale contratto alla presidenza del Consiglio. Lascerei naturalmente anche il ruolo di tesoriere in Centro democratico“.
Romano precisa anche la provenienza dei soldi destinati all’Asi, che saranno “di competenza del Dipartimento per la programmazione economica, che fa capo proprio a Tabacci“. Una scelta che, a detta del tesoriere, non avrebbero fatto molti altri politici. Ma non tutti sarebbero entusiasti della possibile collaborazione con Romano, ritenendo il tesoriere non abbastanza competente in materia, data la sua esperienza contabile di quattro mesi. Così, un’altra bufera rischia di abbattersi su Bruno Tabacci, già al centro delle polemiche per la questione legata al figlio. E c’è chi già chiede le sue dimissioni.