Donald Trump vince anche in Nevada

Donald Trump vince anche in Nevada e prevede numeri straordinari al Super Tuesday, il super martedì elettorale in cui, la prossima settimana, i repubblicani voteranno in 11 Stati. Amiamo il Nevada, questo è un posto magnifico, ha detto ancora il miliardario newyorkese nel discorso della vittoria, la terza consecutiva, dopo New Hampshire e South Carolina, nelle primarie repubblicane. La vittoria è stata così netta che i network americani hanno dichiarato Trump vincitore già pochi minuti dopo la fine dei caucus. Secondo i risultati ancora provvisori, il front runner ha ottenuto il 42,6% dei voti, distanziando Marco Rubio, al 25,1%, e poi Ted Cruz, 20,1%. Ma il dato più interessante forse arriva dagli exit poll che indicano come la maggioranza degli elettori che hanno partecipato ai caucus repubblicani, il 57%, si dice ‘arrabbiato’ con il governo federale. Saranno due mesi straordinari, e potremo non avere bisogno neanche di due mesi, ad essere onesti, ha detto Trump dopo la facile vittoria in Nevada, dicendosi convinto di poter avere la nomination repubblicana in tasca in meno di due mesi: ‘Stiamo vincendo, vincendo, vincendo e presto il Paese comincerà a vincere, vincere, vincere’, ha detto ancora alla folla di sostenitori che hanno festeggiato la sua vittoria ai caucus repubblicani in Nevada. Trump ha poi rivendicato il fatto di aver avuto il sostegno di tutti i gruppi di elettori: ‘Abbiamo vinto tra gli evangelici, tra i giovani, i vecchi, quelli con un’alta istruzione, quelli con una bassa istruzione, ed io amo le persone poco istruite. Lo sapete la cosa che mi fa più felice? L’aver ottenuto il 46% del voto ispanico, sono il numero uno con gli ispanici’, ha aggiunto, con una bordata ai suoi avversari Marco Rubio e Ted Cruz, entrambi di origine cubana. Il discorso della vittoria è stato sfruttato da Trump anche per criticare il piano annunciato ieri da Barack Obama per chiudere Guantanamo. Se verrà eletto presidente il miliardario non solo manterrà aperta la prigione nella base militare americana a Cuba ma anche la riempirà di brutti ceffi. Alle spalle di Trump, a piu’ di venti punti di distanza, Marco Rubio e Ted Cruz. Ma dopo un testa a testa iniziale, man mano che nella notte prosegue la conta dei voti e’ il giovane senatore della Florida che sembra consolidare il secondo posto. Lui che e’ appoggiato dall’establishment del partito e che ha gia’ ereditato molti dei voti di Jeb Bush. L’allungo sull’ultraconservatore Cruz sembra metterlo al riparo da sorprese dell’ultima ora. Anche se Cruz, che ha vinto i caucus dell’Iowa, si accredita come il vero anti-Trump: ‘Nessuno ha mai conquistato la nomination senza aver vinto almeno in uno dei primi tre stati a votare’. Lontanissimi gli altri due candidati rimasti in gara nelle primarie repubblicane, l’ex chirurgo Ben Carson e il governatore dell’Ohio John Kasich, per i quali potrebbe avvicinarsi l’ora del ritiro. Con molti dei loro voti che, secondo gran parte degli osservatori, potrebbero confluire proprio su Rubio. Intanto in campo democratico si affilano le armi per le primarie di sabato in South Carolina. Ma sia Hillary Clinton sia  Bernie Sanders si sono si sono scagliati proprio contro Trump: ‘Sanders accusando il tycoon di fomentare il razzismo, Hillary denunciando una campagna elettorale dai toni violenti’. 

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