Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli

Dl Genova è legge. Bagarre al Senato. 10 senatori del M5S non votano

A tre mesi dal crollo del ponte Morandi, è legge il decreto su Genova e altre emergenze. Il testo è stato approvato dal Senato con 167 voti favorevoli, 49 contrari e 53 astensioni. Il provvedimento era passato alla Camera il primo novembre, dopo una seduta notturna.

Ma è bagarre in aula. Tanto che il presidente di Palazzo Madama ha dovuto sospendere per qualche minuto la seduta per riportare i senatori all’ordine. Nel mirino è finito il ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli, che ha alzato il pugno all’aria dopo l’approvazione del dl Genova. “Non ho la possibilità da qui di vedere i banchi del governo, ma mi dicono che il ministro Toninelli abbia tenuto degli atteggiamenti poco commendevoli. Devo necessariamente riprendere alcuni atteggiamenti che non possono essere ripresi in questa aula. Inviterei tutti a mantenere atteggiamenti corretti per le istituzioni, non è permesso a nessuno di avere atteggiamento poco rispettosi della dignità di quest’aula,” ha osservato il presidente Casellati, rivolgendosi al ministro dei 5Stelle. “Se il ministro non è interessato ad ascoltare le dichiarazioni di voto non possiamo fare nulla. Ministro, la pregherei di dare attenzione alle dichiarazioni di voto perché mi dicono che lei è sempre al telefono”.

Dal canto suo, Toninelli si è difeso, parlando di : “gioia ed esultanza perché la meravigliosa città di Genova non solo si rialzerà ed è stata in ginocchio per un evento che doveva e poteva essere evitato”. “Magari – ha affermato il ministro – c’è qualche responsabile in quest’Aula che ha permesso a società autostradali di ingrassare enormemente le proprie finanze. Non replicherò a coloro che mi hanno attaccato personalmente, perché uno è stato già mandato a casa dagli italiani e l’altro in Liguria ha lasciato semplicemente un rinvio a giudizio per spese pazze e peculato”.

10 senatori M5S non partecipano al voto. Si tratta di Vittoria Bogo Deledda, Alfonso Ciampolillo, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Luigi Di Marzio, Elena Fattori, Mario Michele Giarrusso, Cinzia Leone, Paola Nugnes e Mario Turco. Tra questi, stando ai tabulati del Senato, risultano in congedo Bogo Deledda, Fattori (la senatrice ha spiegato di essere malata ma che non avrebbe in ogni caso partecipato al voto in dissenso dal gruppo) e Giarrusso (anche lui malato). Giallo sul ‘dissidente’ De Falco che si sarebbe allontanato dall’Aula e non sarebbe riuscito a rientrare in tempo per il voto.

Durissimo contro il provvedimento l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi. “Votiamo no a questo decreto per scelta delle opposizioni: di fronte alle tragedia o si chiede alle opposizioni un patto, o si fa in modo che l’opposizione sia l’alibi per coprire le proprie incapacità”. “Nelle ore successive alla tragedia – ha attaccato Renzi – avete gettato fango sulle opposizioni, dicendo il falso. Di Maio sappia che non abbiamo approvato la concessione ad Autostrade, quello l’ha fatto il giovane deputato Matteo Salvini. Poi – ha aggiunto – è falso che il Pd abbia preso soldi da Autostrade, che invece ha finanziato la Lega nord per l’Indipendenza della Padania”. “Ricordo quanto fu indecoroso il comportamento di Rocco Casalino, il portavoce di Palazzo Chigi, quando mandò ai giornalisti un messaggio in cui chiedeva di mettere in evidenza i fischi al Pd: quanta demagogia di fronte a 43 vittime”.

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