Dl Covid: governo pone fiducia alla Camera, proteste in Aula. Nel pomeriggio il voto

Sono in corso le dichiarazioni di voto  da parte dei gruppi parlamentari sulla fiducia posta dal governo sul decreto Covid. Il decreto, alla luce della proroga dello stato di emergenza per il coronavirus fino al 15 ottobre, prolunga l’efficacia delle disposizioni contenute nei decreti legge n..19/20201, e nel  decreto legge 33/20202, che hanno disciplinato, rispettivamente, l’applicazione delle misure per contrastare l’espandersi dell’epidemia e il loro graduale allentamento. Il decreto inoltre proroga i termini di efficacia di alcune misure e l’incarico dei direttori dei servizi di informazione per la sicurezza.

In apertura di seduta le opposizioni hanno protestato al grido di “Vergogna, vergogna”: “Per problemi tutti interni alla maggioranza questo governo di fronte a 40 emendamenti prende a sberle il Parlamento”, ha detto il deputato di Fi Simone Baldelli. “Cominciamo bene la stagione – ha aggiunto – adesso andate in tv a dire che voi difendete la democrazia e la rappresentanza. Vergogna, siete dei pasticcioni. Questo è l’inizio della stagione e l’inizio della fine”.

La richiesta di fiducia – ha incalzato Tommaso Foti, Fdi – avviene non per l’ostruzionismo ma esclusivamente perché c’è un emendamento, il numero 1.121, che solleticando il tema dei servizi segreti a firma del più grosso partito che sostiene questo governo, è un emendamento che va contro questo governo. Non basta dire che la fiducia è autorizzata dal Consiglio dei ministri, doveva dire quale Consiglio dei ministri, in quale data. Perché o D’Incà ha delle doti divinatorie o è un bugiardo.

Il ministro ha preso la parola per precisare che la fiducia è stata autorizzata nel Cdm del 7 agosto 2020.

Quindi ha preso la parola Federica Dieni, M5s, prima firmataria dell’emendamento sui servizi che intende sopprimere il comma sesto, sottoscritto da 50 deputati: “Non è un emendamento che va contro il governo o contro Conte. L’intento è modificare normativa in Parlamento. Non sono contenta della fiducia, non si risolvono le cose così, mi dispiace, le cose si risolvono in Parlamento, l’approccio più utile sarebbe stato rimettersi all’aula perché la normativa sui servizi riguarda tutti. Sono profondamente contrariata dall’apposizione della fiducia e ci tengo che resti agli atti”.

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