Novak Djokovic torna ad indossare la corona di re del Foro Italico. Il Masters 1000 di Roma torna a essere suo. È il terzo successo e, come accaduto nel 2010, è Rafa Nadal lo sconfitto. Allora la vittoria arrivò con un doppio 6 – 4, oggi ci sono voluti tre set. È una vittoria che probabilmente legittima quello che è il sentore di molti: le gerarchie ormai sono completamente capovolte. Non è un caso che le ultime quattro finali tra Nole e Rafa sono state vinte dal serbo, non è un caso la vittoria di oggi sulla terra rossa, quella che è, o forse è stata la casa di Nadal. Ma oggi e più in generale in questo torneo Djokovic è sembrato più in palla, più in forma, più forte. Ed è la notizia che Nole voleva cogliere a pochi giorni dal Roland Garros, l’unico Slam ancora non vinto, l’autentica ossessione. Vittoria di rimonta e di carattere per il numero 2 del mondo che si è tolto di dosso un insolito torpore al termine del primo set quasi regalato a Nadal. Venendo alla partita il primo strappo arriva dall’iberico nel terzo game quando sul 30 – 40, dopo che Djokovic aveva annullato due palle break, al termine di uno scambio durissimo piazza il break con una volee sottorete. Quello che colpisce è un Djokovic stranamente e insolitamente falloso che regala un altro break a Nadal che ringrazia e va sul 4 a 1 ma il serbo reagisce e strappa il servizio al rivale. Sul 4 – 3 Djokovic ha tre possibilità di pareggiare ma lo spagnolo infila cinque punti consecutivi che gli permettono di salvare il turno di servizio, respingere il tentativo di pareggio e portarsi 5 – 3. Quindi il successivo turno di battuta, vinto a 15, vale il primo set chiuso in 47 minuti. Il break del 4 – 2 non è valso a nulla nell’economia del primo set ma almeno sveglia Djokovic da uno strano torpore e infatti il serbo cambia marcia nel secondo set strappando il break nel secondo set game con un colpo dei suoi: grande rincorsa e diritto incrociato che pesca Nadal nella terra di nessuno. Punto spettacolare e 2 – 0 ma soprattutto l’impressione che è nata un’altra partita. Sensazione legittimata anche dal terzo game vinto a zero con un parziale nella seconda partita da far paura: 12 punti a 2. Djokovic sembra viaggiare in carrozza ma, quando il 4 a 1 sembra fatto, succede l’incredibile: sul 40 – 0 Nole si incarta e regala il controbreak a Nadal. Ma non finisce qui, anzi succede di “peggio” perché lo spagnolo con un doppio fallo più unico che raro restituisce il vantaggio a Djokovic che con un ace stampa il 6 – 3 che riapre il match. L’impressione è che Djokovic sia ormai caldo e in controllo sul match e la conferma arriva nel game di apertura del terzo e decisivo set. Il primo punto è una pura dimostrazione di forza con Nadal inchiodato all’angolo destro, il 15 – 40 è un saggio di classe con rovescio lungolinea a spazzare la riga. Break immediato e tennis show del serbo che annichilisce Nadal anche nel secondo game portato a casa a zero e senza dare alcuna possibilità di incidere al mancino spagnolo. Nadal sembra alle corde e in balia di un Djokovic sontuoso che risponde a tutto e costringe Nadal a salvare con orgoglio tre palle break. Occasione persa e allora Nadal reagisce, si carica con un paio di “vamos” prima di piazzare il break che vale il tre pari. Ma, come detto prima, Djokovic sembra in controllo, anzi è in controllo e immediatamente con rabbia strappa il servizio a 15 allo spagnolo frustrando le velleità e le speranze di Nadal. Cominciano a scorrere i titoli di coda perché Djokovic è in fiume in piena che non da scampo a Nadal a cui strappa il servizio anche nel nono game chiudendo 6 -3. Finisce così con la racchetta del serbo a disegnare un cuore sull’amata terra rossa di Roma. Un cuore rivolto anche alla sua gente che soffre in Serbia. Il cuore del nuovo re di Roma.
Sebastiano Borzellino