Dj Fabo nella stanza della dolce morte

 Non esistono statistiche. Si stima che ogni anno partano dall’Italia in 200 e che quelli che non fanno ritorno siano una cinquantina. La meta è la Svizzera, l’unico Stato europeo che, dal 1942, ammette alla pratica della morte volontaria anche cittadini di altri Paesi. In Italia, l’aiuto al suicidio, come l’istigazione, è punito con condanne da 5 a 12 anni di reclusione, 16 anni in caso di minori.

Il tramite con la terra di Guglielmo Tell è solitamente l’associazione Exit Italia, nata nel 1996 come centro studi e documentazione, oggi un’onlus. Una volta accertato il requisito base di una patologia incurabile, provvede a mettere la persona in contatto con le associazioni svizzere, Lifecircle-Eternal Spirit di Basilea, Ex-Internationl di Berna e Dignitas, la più conosciuta.

Dj Fabo è arrivato in Svizzera per poter avere l’eutanasia. Fabo, ha riferito Filomena Gallo dell’Associazione ‘Luca Coscioni’, si sta sottoponendo alle visite mediche previste dai protocolli. Tuttavia potrebbe ancora cambiare idea. In una clinica Oltralpe, di cui l’Associazione ‘Coscioni’ non ha voluto dare il nome, Fabo sta incontrando i medici e gli psicologi che stanno valutando se la richiesta di eutanasia sia accettabile. ‘Ci vorranno alcuni giorni per capire cosa succederà’, ha concluso Filomena Gallo.

‘È veramente una vergogna che nessuno dei parlamentari abbia il coraggio di mettere la faccia per una legge che è dedicata alle persone che soffrono, e non possono morire a casa propria, e che devono andare negli altri Paesi per godere di una legge che potrebbe esserci anche in Italia. Schiavi di uno Stato che ci costringe ad andare all’estero per liberarci da una tortura insopportabile e infinita’, era stato l’appello dell’ex dj di soli due giorni fa a favore del ddl sul Biotestamento, il cui approdo in Aula alla camera ha subito un terzo rinvio. Fabo, cieco e tetraplegico dopo un incidente, si era rivolto all’Associazione Luca Coscioni per arrivare al cuore della politica tramite un appello al presidente Mattarella, perché intervenga sbloccando lo stato di impasse voluto dai parlamentari.

Gli ha fatto eco Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione e promotore della campagna ‘Eutanasia’: ‘Con questo terzo rinvio diventa evidente l’assenza di una volontà politica per approvare la legge. Di fronte a una richiesta sociale sempre più pressante di regole che consentano a tutti di morire senza soffrire, il comportamento irresponsabile del Parlamento’,    aveva detto Cappato,  ‘ contribuisce a togliere credibilità alle istituzioni. C’è da augurarsi che i parlamentari che hanno lavorato seriamente sul testo di legge, a partire dalla relatrice Donata Lenzi, riescano a imporre alla conferenza dei capigruppo di mercoledì 1 marzo una decisione di contingentamento dei tempi per salvare la possibilità di una legge prima delle fine della legislatura’.

Con un post sul suo profilo Facebook, Cappato ha annunciato  di aver accettato di andare in Svizzera con Fabo. “Fabo mi ha chiesto di accompagnarlo in Svizzera. Ho detto di sì. #FaboLibero – in Svizzera, è scritto nel post.

 ‘Dignitas’ è una organizzazione senza fini di lucro fondata nel 1998 a Forch (Cantone di Zurigo) dall’avvocato di origine italiana Ludwig Minelli. Sede a Pfaffikopn, a una decina di chilometri da Zurigo, in una palazzina prefabbricata a due piani, giardino, grandi piante, un laghetto, una fontanella. I dipendenti sono dodici. L’iter è lungo. Una volta definito dove andare a morire, il passo successivo per il malato è la stesura di un testamento biologico da inviare ai responsabili della struttura insieme con le cartelle cliniche. Davanti a tre testimoni, una persona nel pieno delle sue facoltà nomina un fiduciario e rilascia le ultime volontà. In Svizzera una commissione composta da tre medici esamina la documentazione. Se il parere è favorevole, il paziente viene invitato a trasferirsi nella Confederazione. In albergo riceve la visita di un medico che ha il mandato preciso di dissuaderlo dal proposito di morire. Se il malato si dichiara deciso e pronto al congedo dalla vita, può essere accolto in clinica.

Nella ‘Dignitas’ di Zurigo ha anche la possibilità di scegliere fra i numerosi cd che trova in camera la musica che lo accompagnerà nel trapasso. Il medico ha ancora l’obbligo di persuaderlo a desistere. Se il paziente, una volta di più, si mostra convinto, inizia la procedura eutanasica. Il primo atto è la somministrazione di un antiemetico per evitare il vomito. Dopo mezz’ora, se non è sopraggiunto un ripensamento, viene portato un farmaco, il pentobarbital di sodio (per i pazienti della Dignitas 15 grammi sciolti in un bicchiere con all’incirca un decilitro d’acqua). L’assistito deve compiere l’ultimo passo, quello della ingestione, rigorosamente di propria mano. Tempo due o tre minuti entra in un coma profondo. Poco dopo la medicina paralizza la respirazione.

Il costo dell’assistenza da parte della Dignitas varia da 10 a 13mila euro. Si versano una tassa d’iscrizione di 208 e una quota annua di 84 euro. Altri 3.570 euro sono il costo per le operazioni amministrative, soprattutto la raccolta e la verifica della documentazione sanitaria. Per ciascuna delle due visite mediche la spesa è di 1.020 euro. L’accompagnamento vero e proprio alla morte volontaria costa 2.550 euro. In caso di cremazione altri 2.550 euro, che coprono anche il trasporto e gli adempimenti burocratici. Per le pratiche legate al decesso di un cittadino straniero è prevista per i soci una quota di 1.020 euro.

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