Disoccupazione record negli ultimi 5 anni, 1 milione e mezzo di occupati in meno tra gli under 35

La crisi non molla la presa e a pagarne le conseguenze sono soprattutto i giovani. Sono sempre di più infatti i neolaureati che riscontrano non poche difficoltà nell’introdursi nel mondo del lavoro. L’Istat rivela infatti che negli ultimi cinque anni il numero di occupati tra i 15 e i 34 anni è diminuito del 20%. Così i disoccupati under 35 alla ricerca di un impiego raggiungono quota 1.386.000. Stando quindi alle ultime statistiche, nel secondo trimestre del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2007, i lavoratori scendono da 7,3 milioni a 5,9 milioni (-19,9%). Un calo, quindi di 230 mila unità.

Inoltre, secondo i dati dell’Istituto di ricerca, il tasso di inattività per i giovanissimi, tra i 15 e i 24 anni scende dal 73,8% del secondo trimestre 2011 al 71,4% dello stesso periodo del 2012. La discesa del numero dei giovani inattivi è per circa quattro quinti spiegata dalla contrazione di quanti indicano lo studio (o la formazione professionale) come principale ragione della mancata partecipazione al mercato del lavoro.

Più complessa è la situazione degli over 34. Anche se nella maggioranza dei casi i senza lavoro sono i più giovani (51,2%), la disoccupazione sta diventando una piaga anche per i più adulti. Tra loro 1 milione 320 mila persone è alla ricerca di un impiego. D’altra parte nel secondo trimestre, evidenzia l’Istat, circa la metà dell’aumento della disoccupazione è alimentato dai lavoratori ‘maturi’. Tuttavia la fascia d’età più anziana, gli occupati tra i 55 e i 64 anni, vede salire il numero degli occupati nel giro di un solo anno, dal secondo trimestre del 2011 allo stesso periodo del 2012, dell’8%, un rialzo che arriva al 26% se si tiene conto degli ultimi cinque anni (+626 mila unità). Un quadro drammatico per l’Italia, reso ancora più ‘triste’ dai ‘rassehnati’. Si tratta di quelli che non sono più alla ricerca di un lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo. In Italia 1 milione 664 mila adulti si trova in questa condizione. Siamo di fronte al dato più alto dall’inizio delle serie storiche dell’Istat, ovvero dal 2004.

In crisi anche le grandi imprese. Situazione difficile anche per per le grandi aziende. Nei servizi l’occupazione (dati destagionalizzati) segna, in termini congiunturali, una variazione negativa dello 0,1% al lordo e dello 0,2% al netto della Cig. Gli indici grezzi registrano diminuzioni tendenziali pari allo 0,7% al lordo della Cig e all’1,0% al netto di quest’ultima. Al lordo della Cig l’indice diminuisce, rispetto a giugno 2011, del 2,6% nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria condizionata, dell’1,6% nel settore delle attività manifatturiere, dello 0,4% nel settore delle costruzioni e dello 0,1% nel settore della fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento Nel settore dei servizi l’occupazione al lordo Cig registra aumenti tendenziali del 2,4% nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese, dello 0,9% nei servizi di informazione e comunicazione e dello 0,4% nel commercio. Variazioni tendenziali negative si rilevano nelle attività professionali, scientifiche e tecniche (-6,0%), nel settore del trasporto e magazzinaggio (-2,3%), nelle attività di alloggio e di ristorazione (-1,9%) e nelle attività finanziarie e assicurative.

Dura la reazione dei sindacati. Per Angeletti, segretario dell’Uil, “in 9 mesi questo governo ha fatto solo enunciazioni e non ha pensato alla recessione”.

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