Direzione PD, Zingaretti apre alle minoranze. Laura Boldrini entra nel partito

Prima direzione del PD senza Renzi al Nazareno. In questo vertice il segretario ha aperto alle minoranze parlando di “scelte straordinarie in arrivo“.

Le mozioni congressuali che si sono confrontate sei mesi fa – ha precisato citato da La Repubblica – si interrogavano su come costruire un’alternativa ai gialloverdi. Ora questo scenario è stato superato in positivo. Siamo proiettati in un’altra fase. Abbiamo bisogno delle minoranze. Vedremo con che modalità riorganizzare il dibattito interno.

Il leader democratico ha confermato il suo “alla scissione anche perché questo partito è il luogo del riformismo“.  Diversi gli interventi in questa direzione con il ministro Guerini che ha duramente criticato la decisione di Matteo Renzi: “Sono molto a disagio ad affrontare questa direzione perché per me la scissione credo sia un errore imperdonabile. L’ho detto sin dall’inizio. Non ne capisco le decisioni politiche anche perché indebolisce il nostro campo e va contro l’identità dello stesso partito. Ha avuto effetti che forse non si sono ancora dispiegati del tutto, in particolari sui territori”.

La prossima Direzione è stata aggiornata al primo ottobre quando si ridiscuteranno i nuovi assetti interni al partito. Il Nazareno accoglie Laura Boldrini. L’ex ministro della Camera ha annunciato la sua decisione di lasciare Leu per entrare nel PD. L’ex presidente della Camera lascia quindi LeU e si unisce alla seconda forza del governo, orfana di Matteo Renzi.

Laura Boldrini ha annunciato e spiegato in maniera sommaria i motivi del suo passaggio al Partito democratico, visto con ammirazione per le prove di dialogo con il resto del panorama politico. “Vado con il Pd perché vuole aprire un dialogo con tutti quei mondi che, ieri e oggi, non si sentono più rappresentati e recuperare la fiducia dei giovani che non vanno più a votare. Perché con la destra peggiore di sempre non è più tempo di piccoli partiti e di fare troppi distinguo. A forza di farlo rischiamo solo di estinguerci, mentre la destra va sfidata e contrastata con l’azione di un grande soggetto politico capace di incidere sulla società e che si batta contro ogni forma di disuguaglianza sociale, territoriale e di genere. La mia decisione non è legata affatto all’uscita di Renzi e del suo gruppo. Ho maturato da tempo il mio passo. Rispetto, anche se non condivido, la scelta di Renzi, perché le divisioni non hanno mai portato bene e oggi c’è bisogno più che mai di unire le forze. Voglio credere all’impegno che ha preso di non indebolire il governo’.

 L’ex presidente della Camera dei Deputati ha fatto sapere che la decisione era stata presa da tempo ufficializzata solo dopo la nomina dei ministri e dei sottosegretari, per evitare facili dietrologie. “Ho atteso che fossero scelti ministri e sottosegretari perché non volevo assolutamente che il mio passaggio .
Non ho risentimenti e dico sì all’intesa con i 5S’.

Ma non mancano gli attacchi al leader dei grillini: “Il post di Grillo contro di me non lo dimentico. Inaugurò una stagione violenta“.

 Si rafforza, quindi, la maggioranza che ora può contare anche sulla Boldrini. Una svolta a sorpresa con il Nazareno che nelle prossime ore darà il benvenuto all’ex esponente di Leu.

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